Ora come ora il Blog è un’idea davvero poco originale per esprimere se stessi o gridare qualcosa a qualcuno, ma sembra sia il più efficace. Ed è per questo che è nato “L’Angolo di Fabio”, per dire quello che penso e condividerlo con gli altri. Riflessioni, pensieri e punti di vista…

giovedì 13 gennaio 2011

Il ritorno di Michele

Sono passati ormai troppi giorni da quando il bar è sprovvisto della presenza di Michele, mai così lunga. Michele è un tipo calmo e bonaccione, ma anche molto simpatico ed estroverso, gli piace ridere e scherzare sempre. Ha solo un problema: quando scherza lo fa talmente bene che hai paura che fa sul serio. Dov’è il problema? Nel fatto che è un metro e novanta per oltre cento chili di muscoli. Quindi, di comune accordo con tutto il branco, gli abbiamo imposto la faccia sorridente quando fa qualche scherzo. Sono passati otto giorni da quando Michele non si fa vivo nel bar e di solito lui non manca mai per più di una sera, era solito fare una sera si e una sera no per via del giorno di chiusura della palestra. Prendo il cellulare, caricato apposta per l’evento, e chiamo Michele. Niente la prima, niente la seconda e addirittura la terza il telefono risulta “spento o irraggiungibile”. Il primo dice: “secondo me è scoppiato in palestra”, il secondo: “è rimasto intrappolato nella doccia”, il terzo: “è rimasto sotto un attrezzo da palestra”, finché uno dice: “mentre faceva palestra, tra culi e muscoli dei maschi, è diventato ricchione e si vergogna di venire al bar!”. Giù un grande applauso per l’originalità della cosa. La possibilità che quest’ultimo avesse ragione prende sempre più piede mentre ognuno diceva la sua sulla (presunta) diversità sessuale di Michele. Le fantasie erano arrivate alle coccole che un omone di un metro e novanta potesse fare a un altro uomo che noi, ovviamente, l’avevamo paragonato a un Davide (anoressico e minuto), fino ad arrivare alle fantasie sessuali a letto (naturalmente con l’anoressico e minuto). Risa e applausi a tutti i nostri commenti finché non arriva Michele. Silenzio di tomba. La faccia di Michele non era bella, sembrava pronto ad esplodere da un momento all’altro. Sembrava proprio incazzato con noi e invece appena parla ci lascia tutti a bocca aperta: “ragazzi, scusate se non sono venuto in questi giorni!”. “Ma figurati”, “non devi scusarti, se uno non può non può”, “non ci pensare” incalzavamo noi. E Michele: “mi sono fidanzato e per un po’, sono stato con lei per capire com’è!”. Le nostre bocche erano aperte, sbalorditi e stupefatti dalla notizia, tant’è che il solito da dietro ha apostrofato: “ma ci hai sentito parlare?”, Michele: “no, perché dovevo sentivi?”. E noi cerchiamo di ammutolire il solito uomo che viene da dietro e distogliamo la mente di Michele verso la descrizione di quella ragazza, onde arrivare a spiacevoli incontri con le sue mani. E così Michele si raccontò tutta la sera. Non parlammo mai dell’accaduto, ma da quel giorno nacque il gioco. Ora Michele è uno dei più fantasiosi quando si tratta di pensare alla sorte di uno/una che è mancata all’appello per più di sette giorni dal bar. Non ha mai saputo che è stata la prima vittima di questo gioco.