Ora come ora il Blog è un’idea davvero poco originale per esprimere se stessi o gridare qualcosa a qualcuno, ma sembra sia il più efficace. Ed è per questo che è nato “L’Angolo di Fabio”, per dire quello che penso e condividerlo con gli altri. Riflessioni, pensieri e punti di vista…

sabato 28 febbraio 2009

Un'Amica come Totò

Io ho un Amica (…e che Amica!) che adora l’America e gli americani. L’adora talmente tanto che partirebbe ora per rimanerci a vita nonostante la crisi che sta travolgendo gli States. Non ama particolarmente gli “italiani brava gente” definendoli: “un popolo senza identità”, proprio come diceva Totò quando parlava degli attori più giovani di lui: “tengono il culo che non conosce camicia” (ovviamente con tanto di dialetto partenopeo).
Scomodo Totò quando parlo di questa Amica mia perché una volta la paragonai proprio al principe della risata che rispose di tutto canto alla domanda di un secondo attore che gli disse: “Maestro io siccome sono il secondo attore devo avere il mio nome in cartellone subito dopo il suo”, Totò rispose: “ tu non sei il secondo attore, sei il primo perché io sono Totò …tutta un’altra cosa”. Ora si arrabbierà con me perché l’ho paragonata a un terrone ma penso che mi perdonerà. Lei è l’Amica mia ed è tutta un’altra cosa. È un mondo a parte, una persona bellissima, una ragazza splendida, onesta, sincera, dolce e intelligente. È una ragazza che stimo tantissimo a cui voglio un bene dell’anima, un bene che se solo lei lo riuscisse davvero a percepire per un solo istante, piangerebbe dalla gioia. E che tante volte io non riesco a trovare le parole giuste e non riesco nemmeno ad esprimere un concetto che fosse logico per spiegare cosa è per me questa ragazza, forse perché, come disse una volta Benigni, “quando uno non sa trovare le parole è lì che vuole veramente bene a una persona”.
Voglio chiudere questo Post dedicato interamente all’Amica mia con una poesia che un po’ di tempo fa ho trovato nella rete e che racchiude, speriamo, tutto il bene che io voglio a questa persona.

Credo in te, amica!

Credo in te, amica.
Credo nel tuo sorriso,
finestra aperta nel tuo essere.
Credo nel tuo sguardo,
specchio della tua onestà.
Credo nella tua mano,
sempre tesa per dare.
Credo nel tuo abbraccio,
accoglienza sincera del tuo cuore.
Credo nella tua parola,
espressione di quel che ami e speri.
Credo in te, amica,
così, semplicemente,
nell'eloquenza del silenzio.
-Elena Oshiro-

Il tuo per sempre Amico
Fabio

martedì 24 febbraio 2009

Una legge particolare

Io, vedendo la tv solo la sera, non riesco a seguire perfettamente la cronaca italiana con tutto quello che gira intorno ad essa tranne che per qualche occasionale lettura strappata nei siti di qualche giornale. Proprio in una di queste occasionali letture ho trovato, sul sito del Corriere della Sera, l’editoriale di Angelo Panebianco pubblicato il 23/02/09 che parla della legge sul fine vita. Una legge particolare che sicuramente farà discutere e spaccherà il paese in due ma assolutamente, a mio riguardo, inutile e insensata.
Riprendo, e condivido, le parole di Panebianco: “…due madornali errori di valutazione, a me pare, sono stati commessi da chi ha voluto gettare fra i piedi del Paese una questione di tale portata. Il primo è stato di avere sopravvalutato le capacità della democrazia di gestire questo problema. La democrazia può occuparsi di tutto, tranne che dell'essenziale (le questioni della vita e della morte, appunto). Non è attrezzata per fronteggiare un conflitto filosofico radicale fra opposte concezioni della vita… il secondo micidiale errore è stato quello di credere che solo la «legge» possa salvarci dall'arbitrio, dei medici o di chiunque altro. È un effetto di quell'ideologia italiana che assume che tutti i problemi debbano avere una soluzione «giuridica»…”.
E mi ha fatto pensare. Se è stato difficile per un padre dover fare una scelta non vedo come può un politico regolamentare con una legge la vita e la morte di una persona. È incredibile e insostenibile poter soltanto pensare di mettere mani su scelte del genere che vedono da una parte la speranza di un ritorno alla vita e dall’altra la terribile convinzione che non c’è più niente da fare. E lì, sono profondamento convinto, nessuno può mettere il naso se non il destino che è in mano a una sola persona: Dio. E non un politico.
La domanda nasce spontane: ma la scelta può spettare a un genitore/figlio/moglie? Tecnicamente no ma sicuramente la sua decisione conta più di un politico e va al di sopra di qualsiasi legge in quanto tocca scegliere per una persona che ama più della sua vita.

domenica 22 febbraio 2009

...meglio un buon libro

Io per lavoro mi trovo fuori dall’Italia ormai da un po’ di mesi e la sera quando arrivo nella mia stanza ho voglia di vedermi un po’ di televisione sdraiato nel letto. Per mia fortuna prendono le tre reti Mediaset, le tre della Rai e Rtl 102.5 e quindi mi tocca fare uno zapping molto ristretto. In questo zapping ristretto ho notato che la televisione italiana ormai si è completamente invaghita dei reality e quindi non rimane che vederli per mancanza d’altro o per cullarsi nel letto in attesa di addormentarsi. E adesso capisco perché sono aumentate le vendite dei libri.
Mi è capitato in questi giorni di vedere il “Grande Fratello” e di notare la falsità che c’è in quella casa, tutto è fatto apposta e nulla è lasciato al caso. Quest’anno più che mai viene messo tutto quello che ora fa audience. C’è la gnoccona che mette tutto e tanto in mostra, il rom montenegrino arrivato con il gommone in Italia con una infanzia difficilissima e che non vede la madre da quendo è nato (casualmente ritrovata dal Grande Fratello), l’hostes dell’Alitalia che esce dalla casa per “rispetto di chi è stato licenziato”, il bellissimo che ha una fidanzata fuori dalla casa e che si innamora con una che si trova all’interno della casa che, ovviamente, preferisce (casualmente quella fuori dalla casa buca molto bene lo schermo e quasi è più famosa di lui), l’isterica che lancia bicchieri e piange quando viene mandata fuori, baci dalle prime ore insieme e.. qualcosa di programmato accadrà in queste nuove puntate. Certo che il “Grande Fratello” è il caso del momento ma come lui anche tutte le trasmissione del suo genere che in Italia riscuotono grande successo.
Ma adesso la mia domanda è questa: ma siamo noi a volere questo tipo di televisone o è la telivisione che ci ha cambiati e che vuole che ci vediamo quello che lei vuole farci vedere? Se siamo noi a volere che la televisione ci trasmetta il “Grande Fratello” della situazione allora dobbiamo preoccuparci davvero perché quello che vogliamo è solo finzione ma se è il contrario allora dobbiamo cercare di dire no a certi programmi cambiando canale oppure, come faccio io, spengnendo la tv e leggendo un buon libro almeno è una cosa che ti piace e che tu hai scelto.

sabato 21 febbraio 2009

...per Bari

Se c’è una città che mi è rimasta nel cuore quella è Bari. Sicuramente perché ci sono nato e quindi nel cuore deve esserci per forza e poi perché lì sono cresciuto e ho imparato a vivere conoscendo e confrontandomi con le persone che nel corso del tempo mi sono rimaste amiche. L’amore per questa città si è rinforzato circa una decina d’anni fa quando, da buon terrone, vado “al nord” per lavorare. Dopo qualche mese al mio ritorno fui trascinato da amici nella città vecchia, da poco ristrutturata, in un ristorantino che si trova sulla punta della muraglia con terrazzino che da proprio sul mare illuminato dalle luci della città. E guardando da quel terrazzino capii che il mio cuore non avrebbe mai smesso di battere per bari: città di poeti, santi, navigatori e franchi tiratori.
Basta fare una passeggiata tra le sue vie e per il lungomare che si scopre tutta la sua bellazza che pare, grazie a degli scavi fatti nella chiesa di San Pietro (nella città vecchia), risalga all’età del bronzo. Anche se la sua storia è conoscita solo da quando, nel III secolo a.c., entra a far parte del dominio romano come “Municipium”, Barium si sviluppo solo dopo la costruzione della via Traiana. Poi fu la volta dei Bizantini (dove gli si attribuisce la costruzione della “città vecchia”), dei berberi, saraceni, angioini, aragonesi, spagnoli, finì sotto gli Sforza con le duchesse Isabella d’Aragona e Bona Sforza e dei veneziani. Insomma l’antichità si respira in ogni passo nella città vecchia.
Entrando a Bari, dalla parte del mare, la prima cosa che si nota è la Fiera del Levante che ogni anno nel periodo di settembre si può visitare e apprezzare il suo meraviglioso padiglione delle nazioni. Da lì verso il porto che tanto è stato difeso dalle truppe alleate nella seconda guerra mondiale per la sua posizione strategica e si è reso protagonista, insieme a Pearl Harbor, di uno dei più tragici bombardamenti navali di quel periodo e che ora invece è un importante punto di scambi commerciali. Poi si va verso le vie della città nuova costruita nel lontano 25 aprile 1813 da Gioacchino Murat che nel suo caratteristico tracciato ortogonale si può ammirare, in via Sparano, via più in di Bari, Palazzo Mincuzzi ora sede della Sisley. Anche la bellissima “corso Cavour” fa parte dello scacchiere murattiano ed è famosa perché è il corso che ospita il teatro Petruzzelli, uno dei più belli teatri in Italia poi incendiato nel 1991. Ma è nella città vecchia che si respirano tutti gli odori del passato, l’odore del mare, l’odore del ragù preparato la mattina presto rigorosamente a fuoco lento. Se si è fortunati si riesce a vedere quelle poche signore sedute su uno sgabellino furi all’uscio di casa che con una velocità incredibile e mentre ti parlano preparano le orecchiette o cavatelli.
Ed ora a distanza di una decina d’anni quando vado a Bari ritorno sulla muraglia e guardo il mare che si illumina con le luci della città.

venerdì 20 febbraio 2009

Il Vino

“Me lo ha detto il vin e il vin non erra”, inizio con una citazione di Emilio Praga questo mio Post interamente dedicato al vino. Non potevo iniziare diversamente questa mia avventura nella rete parlando del vino che qualcuno, tempo fa, ha definito “la parte intellettuale del pranzo”.
Se si va a cercare sul vocabolario la parola “vino” si trova: bevanda alcolica fermentata, ottenuta esclusivamente dalla fermentazione (totale o parziale) del frutto della vite, l'uva (sia essa pigiata o meno), o del mosto. Il termine “vino” ha origine dal verbo sanscrito -vena- (amare), da cui deriva anche il nome latino -Venus- della dea Venere. Questo c’è scritto sul vocabolario ma in realtà nel termine “vino” non c’è una spiegazione tecnica ma pura magia, mistero e passione.
Le origine del vino sono così tanto antiche che addirittura si pensa che il frutto proibito di Adamo ed Eva fosse l’uva e non la mela e che Noè pensò bene di salvare la vite dal diluvio universale portandosela con se nell’arca. Ma in realtà il vino muove i suoi primi passi nell’oriente, culla della civiltà. I primi a lavorare il vino furono gli egiziani, grandi maestri e custodi della tecnica vinicola, che con la loro cura e precisione avevano ben annotato tutte le fasi della produzione, dalla raccolta alla conservazione. Nel periodo dell’Impero Romano la viticoltura si diffuse tantissimo come si diffusero le tecniche vitivinicole tanto da essere i primi a usare barili in legno e bottiglie di vetro oltre che a introdurre il concetto di “annata” e “invecchiamento”. Poi nel corso degli anni si sono susseguite curiosità sul vino come quella del monaco benedettino della Champagne: Don Perignon, famoso per il suo perfezionismo oltre che per il suo ottimo vino. Nessuno sa che cercava di ottenere un vino fermo ma tutti i suoi sforzi erano ingannati dal clima e dal terreno che facevano rifermentare il vino nelle bottiglie rendendolo spumeggiante. E da lì il famoso Champagne Don Perignon. Nel corso degli anni ci sono stati anche momenti tristi, soprattutto XVII secolo quando cioccolata dall’America, the dalla Cina, caffè dall’Arabia e le diffusione della birra e distillati hanno fatto perdere il primato di unica bevanda scura e conservabile. Ma nel XIX secolo il vino raggiunge il massimo della sua produzione tanto che parecchi paesi basano la propria economia sul vino. Poi, grazie alle tecniche di refrigerazione dei vasi vinari, anche paesi solitamente caldi come la California e l’Australia hanno prodotto vini eccellenti. L’Italia, paese straordinariamente predisposto alla viticoltura, è uno dei maggiori produttori di vino di qualità con grandi etichette e ottime vigne. Purtroppo c’è ancora una parte della popolazione affezionata allo storico “vino del contadino” come il massimo della nostra enologia finendo per confondere il buon vino con prodotti scadenti e inodore.
"Il vino non si beve soltanto, si annusa, si osserva, si gusta, si sorseggia e... se ne parla"
-Edoardo VII-

giovedì 19 febbraio 2009

Presentazione

Ciao a tutti.
Inizio col salutarvi questa avventura nella rete che non so davvero dove mi porterà.
Ho pensato a questo Blog un po’ di tempo fa per fare arrivare le mie parole nella mente di chi avrà voglia di leggerle e per dire come la penso su tutti quegli argomenti che affronterò nel corso di questa avventura.
Ora mi presento. Io mi chiamo Fabio e sono l’unico responsabile di come è strutturato e di tutto quello che viene scritto su questo Blog. Nasco a Bari nel, non più vicino, 1981 in una splendida mattinata di fine settembre. Tanti e tanti sono stati i disastri che ho fatto nel corso mia vita fino ad arrivare al 22 giugno del 1999 quando mi trasferisco a Gorizia dove da 10 anni esercito una professione che mi riempe di soddisfazioni.
Bene… dopo essermi presentato posso dare ufficialmente inizio a questa avventura. A presto…