Ora come ora il Blog è un’idea davvero poco originale per esprimere se stessi o gridare qualcosa a qualcuno, ma sembra sia il più efficace. Ed è per questo che è nato “L’Angolo di Fabio”, per dire quello che penso e condividerlo con gli altri. Riflessioni, pensieri e punti di vista…

lunedì 21 dicembre 2009

BUON NATALE

Siamo arrivati alle festività natalizie.
A tutti voi vanno i miei Auguri per un buon Natale e un sereno anno nuovo. 



domenica 22 novembre 2009

Voglia - Renato Zero

Una canzone stupenda di un signore che trasmette in ogni sua parola, in ogni sua nota grandi emozioni. La canzone si chiama “Voglia” e il suo autore è Renato Zero.

Tu che aspetti che sia vita anche tu,
Tu che tenti di piacere di più,
Tu quante altre volte tu.
Finirà che il mondo scoprirà che tu esisti.
Vai tranquillità verso l'uomo che vuoi,
Vai sicura che poi gli piacerai,
Ci stai a dare un calcio ai guai,
A dire no alla noia che ti toglie la voglia, e poi…
Per te io sono ancora qui che canto,
Tu la spinta per tornare su, ancora su.
E allora dai, lasciati andare in questo mare,
Un mare che non ti aspettavi più,
Calore che sai solamente tu.
Tu..
Su te io ci scommetterei,
Io per te mille altre volte mi brucerei.
Sei tu quell'angelo che prima o poi decollerà,
Sei tu che conti, solo tu.
Il resto è la, fin quando la sete si placherà,
Di te io mi ubriaco e mi confondo,
Non puoi tentarmi e poi lasciarmi,
No, non farlo mai
E mi dirai che sono sempre un vagabondo,
Eppure ancora qui mi fermerò.
È solo per te che canterò,
Per teeee…!!!

"Da qui non verrà mai cancellata".

lunedì 16 novembre 2009

TEST: Quanto mi conosci?

Ciao a tutti gli Amici del Blog. Oggi, per il sessantesimo Post, ho deciso di fare un test per vedere quanto mi conoscete. Fare questo test è semplicissimo: basta munirsi di carta e penna e segnare, per ogni domanda, la lettera abbinata alla risposta che pensate sia giusta. Alla fine del test troverete le risposte esatte per ogni domanda (non leggete prima, altrimenti non vale). Una volta lette le risposte esatte vedete quante ne avete indovinate e poi il risultato scrivetelo sui COMMENTI. Ovviamente più ne indovinate più mi conoscete.
Ma andiamo al TEST

1 - COSA PENSO DELLA “GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO”?
A) Mudù (tipico spavento barese)
B) Una testata interessante
C) Non mi piace
D) Ottima la cronaca e interessante la cultura
E) Il miglior giornale della Puglia

2 - CHI È IL MIO CANTANTE PREFERITO?
A) Antonello Venditti
B) Zucchero
C) Pupo
D) Carmen Consoli
E) Renato Zero

3 - LA PARTE D'ITALIA CHE PIÙ MI PIACE?
A) Il Salento (Puglia)
B) Riviera Romagnola (Emilia Romagna)
C) Lago di Garda (Veneto)
D) Costiera Amalfitana (Campania)
E) La Versilia (Toscana)

4 - DA COSA NON MI POTREI MAI SEPARARE?
A) Da un paio di scarpe della Paciotti
B) Dalla mia collana e dai miei bracciali
C) Dai miei bicchieri di vino
D) Dai miei libri
E) Dal mio PC

5 - LA CITTÀ CHE HO NEL CUORE?
A) Firenze
B) Roma
C) Milano
D) Bari
E) Palermo

6 - QUAL'È IL MIO SECONDO NOME?
A) Nicola
B) Michele
C) Ferruccio
D) Giovanni
E) Non ho un secondo nome

7 - I MIEI FRATELLI SI CHIAMANO?
A) Marco e Anna
B) Vito e Angela
C) Luca e Claudia
D) Francesco e Angela
E) Vito e Maria

8 - QUAL'È LA MIA PASSIONE SPORTIVA?
A) Calcio
B) Formula 1
C) Golf
D) Tennis
E) Motomondiale

9 - QUAL'È IL MIO VINO PREFERITO?
A) Chianti Classico
B) Rosso di Montepulciano
C) Valpolicella Classico
D) Greco di Tufo
E) Primitivo di Manduria

10 - LA MIA CITAZIONE PREFERITA È?
A) “Il mio grado nell'esercito? Ostaggio, in caso di guerra” (Woody Allen)
B) “Non credo ai miracoli, ne ho visti troppi” (Oscar Wilde)
C) “Che Dio ci perdoni. E ci perdonerà. È il suo mestiere” (Marcello Marchesi)
D) “Meglio essere stupidi o calvi? Calvi, si nota meno” (Anonimo)
E) “Chi sa ridere è padrone del mondo” (Giacomo Leopardi)

IL TEST È FINITO.

Se avete totalizzato da 0 a 4 risposte esatte vuol dire che non mi conoscete per niente o molto poco.
Se avete totalizzato da 5 a 9 risposte esatte, bravi, vuol dire che sicuramente siamo amici.
Se avete totalizzato 10 risposte esatte sapete tutto di me e siete miei AMICI e quindi meritate un Grazie.
(Scrivi il risultato e, se vuoi, commentalo alla fine del Post)


Con la speranza che NON AVETE COPIATO ecco le risposte esatte del test.
1-A / 2-E / 3-C / 4-B / 5-D / 6-E / 7-B / 8-B / 9-E / 10-D

giovedì 12 novembre 2009

La felicità ...a modo mio.

Ma si può essere felici quando chi ti è vicino è felice? Un sentimento di rimbalzo che ti viene da dentro, dal profondo dell'anima. Felice per una persona felice. Se poi la persona felice è vicina a te con il cuore, è un'esplosione di felicità che non riesci a contenere e che allieta le tue giornate, tranquillizza la tua mente e ti fa sorridere più del normale. Ecco perchè la troviamo nei reparti degli ospedali travestiti da clown, ecco perchè viene portata in teatro e nel cinema o, semplicemente, nelle persone che ogni giorno incontriamo per strada; perfetti sconosciuti, ma con la capacità di trasmettere la felicità.
La felicità, tante volte, si usa come maschera per coprire momenti infelici, tristi, malinconici. Ma è importante far vedere di essere felice davanti alla persona che ha voluto, cercato e causato la tua infelicità; è il miglior modo per annientarlo. Poi il tempo porterà dolci sorrisi e intense emozioni, tanto che la parola “infelice” diventerà una parola inutile e in più del nostro vocabolario antico.
Bisogna essere sempre felici, ovunque troviamo felicità dobbiamo andare. Se la troviamo stando insieme a una persona, dobbiamo stare con quella persona; se la troviamo negli occhi sinceri di un'amico, dobbiamo guardare negli occhi l'amico; se la troviamo in un paese lontano, dobbiamo prendere il primo aereo per il paese lontano; se la troviamo nel cuore di una persona, dobbiamo stare con il cuore di quella persona.
Una sola cosa è nemica della felicità: l'invidia. Le persone che sono invidiose della felicità altrui sono le peggiori in quanto l'invidioso, proprio per natura, non è felice di quello che gli altri possono avere. Ma l'invidioso non riesce a colpire la persona felice perchè chi è felice ha dalla sua l'ottimismo, il sorriso e la contentezza; tutte armi contro la pericolosità dell'invidioso.

A tutti quelli che leggeranno queste parole dico: “siate felici e tutto vi sembrerà diverso, più bello, più magico, più emozionante, più sorridente.”

giovedì 5 novembre 2009

Il crocifisso in aula

E finalmente si è espressa la Corte europea di Strasburgo sul crocifisso in aula... si è capita l'ironia, vero?
La Corte europea ha detto, in sostanza, che l'Italia in quanto paese laico deve rispettare il diritto dei genitori ad educare i propri figli che non devono essere influenzati da simboli.
C'è da dire un paio di cose però. La prima riguarda la laicità del nostro Paese che è intesa come il libero pensiero di religione da parte di tutti; dove tutti vengono rispettati per quelli che sono e giudicati dalla giustizia per quello che fanno. La seconda riguarda i simboli di religione cristiana che vengono esposti e che possono influenzare nella scelta una religione anziché un'altra. O adirittura possono offendere chi non è Cristiano. Allora togliamo i simboli religiosi dal parabrezza delle nostre auto, togliamo le statue religiose dalla piazze, cambiamo il nome ai paesi che hanno nomi di santi Cattolici, togliamo i crocifissi da sopra i campanili delle chiese e facciamo sparire tutto quello che di religioso c'è in Italia.
Bisogna capire che il crocifisso nelle scuole, come negli altri posti, è parte integrante della nostra cultura che si riconosce sempre più in quei simboli. Quindi i signori Onorevoli questa volta devono tirare fuori gli artigli e far capire, a quelli di Strasburgo, che il nostro crocifisso rimane sempre in bella mostra nella scuole italiane in quanto parte del nostro patrimonio culturale. Cambiate le leggi, ridisponete i comma, cambiate le virgole nella costituzione, fate quello che vi pare, ma non fatevi mettere i piedi in faccia da chi gode per questa sentenza. Per una volta sentitevi orgogliosi di essere italiani e sentitevi fieri dei nostro passato, dei nostri simboli e dei nostri costumi. Fatevi portavoce di un popolo incazzato che vuole lasciare un simbolo dove è sempre stato, sul muro.
Questa volta è più facile, siete tutti d'accordo.

lunedì 2 novembre 2009

Tratto da: Il piccolo libro dell'amicizia.

Da un po' di tempo sto leggendo un libro che si chiama “il piccolo libro dell'amicizia” di Guido Davico Bonino (pillole BUR 2009 – 5,90 €).
Questo libro parla dell'amicizia attraverso la poesia, la narrativa, il teatro, l'autobiografia, la letteratura e il saggio rubando dall'Iliade alla Divina Commedia e da Sant'Agostino ai scrittori di oggi.
Voglio riportare una pagina del libro che mi ha particolarmente colpito.

Certamente, se fosse necessario testimoniare su un difetto d'un amico, del quale si è a conoscenza, si corregga segretamente; se non dà retta, si corregga pubblicamente. Le correzioni fanno bene, ed anzi sono generalmente più utili d'un'amicizia che non sa dire nulla. Anche se l'amico si ritiene offeso, tu ammoniscilo ugualmente; anche se l'amarezza del rimprovero ferisce il suo animo, tu correggilo ugualmente senza timore. Sono più sopportabili, infatti, le ferite degli amici che i baci degli adulatori. Correggi dunque l'amico che sbaglia, non abbandonare l'amico inncente. L'amicizia deve essere costante, perseverante nell'affetto: non dobbiamo, come i fanciulli, mutare gli amici seguendo la volubilità dei sentimenti.
Apri il tuo cuore all'amico affinchè ti sia fedele e tu possa ricevere da lui gioia per la tua vita. Un amico fedele è un balsamo per la vita e un dono d'immortalità. Rispetta l'amico come un tuo pari e non vergognarti di prevenirlo nell'essere servizievole: l'amicizia ignora la superbia. Il sapiente dice: non vergognarti di salutare l'amico. Non abbandonare l'amico nelle necessità, non trascurarlo, non lasciarlo senza aiuto, perchè l'amicizia è un aiuto per la vita. Portiamo insieme i nostri pesi, come ci ha insegnato l'Apostolo rivolgendosi a coloro che la carità ha unito quali membri dello stesso corpo. Se la buona fortuna dell'amico giova agli amici, perchè anche nelle sue avversità gli amici non dovrebbero porgergli aiuto? Aiutiamolo con il consiglio, dedichiamogli le nostre premure, prendiamo viva parte alle sue pene con il nostro affetto.
Se è necessario, sopportiamo per l'amico anche i sacrifici. Assai spesso si devono incontrare inimicizie per difendere l'innocenza d'un amico, spesso sopportare denigrazioni, se ti opponi o rispondi quando un amico è biasimato o accusato. Non affligerti d'essere offeso così; il giusto dice: Anche se mi capitassero dei mali per l'amico, li sopporterei. L'amico è messo alla prova nelle avversità, perchè nella prosperità tutti sembrano amici. Ma, come nelle disgrazie dell'amico sono necessarie la pazienza e la sopportazione, così nella prosperità si richiede un'adeguata autorevolezza per reprimere e rimproverare l'arroganza dell'amico che monta in superbia.

(S.AMBROGIO, Opere mortali, I. I doveri, intr., tr. e nt. di G. banterle, Città Nuova, Roma 1977).

Alla prossima lettura di questo libro (...se ci sarà).

lunedì 26 ottobre 2009

Ancora pochi minuti. Buonanotte

Anche oggi conto i minuti prima di appoggiarmi sul letto e avvolgermi completamente tra le lenzuola, al caldo della coperta.
Non nascondo che alcuni pensieri girano e rigirano nella mia mente distratti da Rtl102.5, ma come tutti i pensieri si addormenteranno in quel letto famoso, il mio. Pensieri strani, di quelli “a volte ritornano”. Che non mi turbano più di tanto ma sono martellanti.
Ho pensato tante volte a questo Blog e a quando, di tanto in tanto, e con grande piacere, scrivo questi Post. E penso che poche sono le persone che lo leggono, una la persona che lo commenta e qualcuno che smarca le caselline sotto i Post. Ho pensato seriamente di abbandonarlo, ma poi ho deciso di non farlo perchè, metti che qualcuno parte e vuole sapere di me? Basta che scrive il nome del Blog sulla barra, ed ecco che sa qualcosa di me. Metti che a qualcuno piace davvero leggermi? Metti che a qualcuno interessa quello che scrivo? Allora tiro avanti. E poi ogni qual volta che scrivo tra queste righe mi sento più libero, anche se scrivo cazzate.
Ho pensato che tante volte a cosa serve potersi svegliare la mattina, prepararsi il caffè, andare a lavoro, ritornare dal lavoro, accomodarsi dentro casa e girarsi intorno, guardare a vuoto la solita mobilia e capire di stare solo. Non condividere il quotidiano con una persona che ti vuole bene.
Penso e continuo a pensare in questi minuti pre letto, mentre Rtl102.5 continua a suonare e parlare, a cosa sarebbe stata la mia vita, in questi ultimi anni, se non l'avessi passata con le persone che mi circondano. Se non l'avessi passata con l'unica persona che è intorno a me, lontana ma al mio fianco.
Cosa sarebbe stata la mia vita senza la donna che mi ha cresciuto, mia madre. Ah! Che dio benedica quella donna.
E per concludere, mentre quella gran gnocca di Natalie Imbruglia passa tra le frequenze della mia radio preferita, sono convinto che questa vita va avanti e deve essere vissuta momento per momento.
E proprio quando tutto sembra andare male e le nostre convinzioni sembrano perse in questo strano cammino, che bisogna trovare la forza giusta per girarsi, toglierci la polvere dalla spalla sinistra (destra per i mancini) e continuare a camminare. Con la speranza, sempre viva, che ci guidi in porti migliori.

sabato 24 ottobre 2009

Parole, citazioni, sul vino

Oggi ho sfogliato vecchi appunti e ho trovato alcuni fogli con alcuni scritti sul vino. Su questi fogli c'erano anche belle citazioni e allora mi sono detto: “perchè non metterle sul Blog?”, ed ecco qua.

Il vino ha bagnato da sempre lo spirito dell'uomo: partecipa al sacro; scatena le passioni, l'amore o placa i dolori; accende la memoria o aiuta a dimenticare; infiamma lo spirito e stimola l'ispirazione poetica; rende sveglio, veloce e più acuto l'intelletto o ne spegne le facoltà; aiuta il comico e suscita il tragico; guida le azioni o le blocca in profondo torpore; moltiplica la percezione sensoriale; rende più facili le relazioni sociali o risveglia aggressività nascoste. Accende, insomma, tutto e il contrario di tutto. Forse è per questo che da millenni, da quando si è riusciti a trasformare un semplice frutto in una bevanda degna degli Dei, che il vino è presente nella vita dell'uomo.
Sull'argomento si è scritto tanto e parecchie sono le citazioni.

“Il vino mi spinge,
il vino folle,
che fa cantare anche l'uomo più saggio,
e lo fa ridere mollemente
e lo fa danzare, e tira fuori la parola,
che sta meglio non detta.”
Omero

“Il primo bicchiere giova la sete, il secondo al buon umore, il terzo al piacere, al quarto segue l'ubriachezza, al quinto l'ira, al sesto le liti, al settimo il furore, all'ottavo il sonno, al nono la malattia.”
Apuleio

“Vedi, tutte le volte che gli uomini bevono, allora diventano ricchi, fanno affari, vincono i processi, sono contenti, aiutano gli amici. Su, portami un boccale di vino, fammi bagnare la mente, fammi dire qualcosa di intelligente.”
Aristotale ne - I Cavalieri -

“Vin ghiacciato di Sciampagna, quel vino chiaro e brillante che ha sulle donne la virtù di risvegliare il piccolo demone isterico e farlo correre per tutti i loro nervi propagando la follia.”
D'Annunzio

“...L'altro è il vino che fa alzare nello stesso tempo il calice, la fronte, il pensiero; il vino che mette all'operaio la forza nel braccio e il canto sulle labbra; l'allegria della nostra mensa di ogni giorno, il festeggiatore delle riconciliazioni e dei ritorni, il liquore... che aggiunge un sorriso all'amicizia e una scintilla all'amore: il secondo sangue della razza umana. E questo onoriamolo e festeggiamolo, benedicendo le due grandi forze benefiche a cui ne andiamo debitori: la fecondità della terra e il lavoro dell'uomo.”
De Amicis

“O fanciulle porgete da bere
ch'io vo ber finchè bastami il fiato,
ho bevuto, ma voglio ribere
che tutto ardo anelante, assetato.”
Anacreonte

“Non possono piacere a lungo
né vivere
I versi scritti dai bevitori d'acqua.”
Orazio

“L'acqua se ne vada dove vuole a rovinare il vino, lontano, fra gli astemi.”
Catullo

“La vita è troppo breve per bere del vino cattivo.”
Gotthold Ephraim Lessing

“Siamo tutti mortali fino al primo bacio e al secondo bicchiere di vino.”
Eduardo Galeano

“Il vino è il canto della terra verso il cielo.”
Luigi Veronelli

“Il vino è uno dei maggiori segni di civiltà nel mondo.”
Ernest Hemingway

“L'acqua divide gli uomini; il vino gli unisce.”
Liberio Bovio

“Me lo ha detto il vin e il vin non erra.”
Emilio Praga

“Riempi il tuo cranio di vino, prima che si riempia di terra.”
Nazim Hikmet

“Viva il vino spumeggiante nel bicchiere scintillante, come il riso dell'amante mite infonde il giubilo! Viva il vino ch'è sincero che ci allieta ogni pensiero, e che affoga l'umor nero, nell'ebbrezza tenera.”
da Cavalleria Rusticana

“Ora Noè, coltivatore della terra, cominciò a piantare una vigna avendo bevuto il vino si ubriacò e giacque scoperto all'interno della sua tenda.”
dalla Genesi

“Il bere è cosa umana, quindi beviamo.”
Citazioni bacchiche e goliardiche

“Primo bicchiere bevilo tutto;
al secondo, vedine il fondo;
sarà il terzo come il primo,
e così bevi sempre vino.”
Citazioni bacchiche e goliardiche

“Il vino e l'uomo mi fanno pensare a due lottatori tra loro amici, che si combattono senza tregua, e continuamente rifanno la pace. Il vino abbraccia sempre il vincitore.”
Charles Boudelair

“Per il sangue che hai perso, il vino pareggia”
Erri De Luca

“Chi beve solo acqua ha un segreto da nascondere”
Charles Boudelair

E per finire questo Post c'è una citazione che, tra tutte quelle che ho letto, mi piace più di tutti.

“Viva Bacco, e viva Amore:
l'uno e l'altro ci consola;
uno passa per la gola,
l'altro va dagli occhi al cuore.
Bevo il vin, cogli occhi poi....
faccio quello che fate voi.”
Goldoni nella - Locandiera -

Ecco che mi verso l'ultimo bicchiere di vino. Rileggo. Pubblico. Vi saluto.

venerdì 23 ottobre 2009

L'ora di religione

Un po' di tempo fa ho letto che un'esponente del governo (On. Adolfo Urso) ha proposto “l'ora di Islam in classe” per gli studenti musulmani. Questa proposta è stata appoggiata da D'Alema (“...non capisco perchè a dei bambini di religione islamica si debba impedire come insegnamento alternativo quello della loro religione...”), ma anche da Fini (“...mi sembra elementare buonsenso: molto meglio che un bambino che vuole sentire cosa dice il Corano, lo senta a scuola piuttosto che in un garage da un imam anche estremista...”) e dal Cardinale Martino (“... se si ammettono gli immigrati, che vengono con la loro cultura e la loro religione, si richieda che debbano inculturarsi nel Paese dove arrivano”). Ma c'è anche chi non è d'accordo come l'On. Roberto Cota della Lega Nord (“noi dobbiamo difendere la nostra identità, non cancellarla”), l'On. Gaetano Quagliarello del Pdl (“al di là delle intenzioni, non condivido la proposta dell'On. Urso”) e il Cardinale Bagnasco il capo dei Vescovi (“l'ora di religione Cattolica [...] si giustifica in base all'articolo 9 del Concordato, in quanto essa è parte integrante della nostra storia e della nostra cultura” ed “è condizione indispensabile per la comprensione della nostra cultura e per una convivenza più consapevole e responsabile...”).
Ecco le reazioni politiche alla proposta di dell'Onorevole Urso.
Ed ecco come la penso io.
Sicuramente è meglio che la conoscenza del Corano, e quindi della religione islamica, si insegni a scuola e non in un garage abusivo da qualche folle imam. Però è anche vero che la nostra cultura va smontandosi pian piano al cospetto di un'altra cultura; e non va bene. Dico io, sono loro che sono venuti nel nostro Paese? Che rispettino le leggi, le tradizioni, i modi di fare e la nostra cultura! E poi, diamogli l'ora di religione a scuola e magari anche un partito o una presidenza nel nostro Governo. E con l'ora di religione islamica togliamo anche il crocifisso.
Non sono d'accordo all'ora di religione islamica nelle scuole italiane, è meglio fare come facevo io quando andavo a scuola: non vuoi partecipare all'ora di religione perchè ateo o di un'altra religione? Quell'ora fuori dalla classe a fare approfondimenti con un'altra insegnante. Che poi l'insegnante possa essere anche preparata (e quando dico “anche preparata”, voglio dire che hanno delle nozioni utili per parlare di Islam con lo studente) ad insegnare fuori dalla classe la loro religione, va anche bene.
Penso che sia una offesa alla nostra cultura. E il fatto che questa proposta è stata fatta da un'esponente del nostro governo, non mi va giù.

mercoledì 21 ottobre 2009

Preghierina della notte.


Signore,
mi rivolgo a te anche oggi come ogni sera,
così tu possa ascoltare, accarezzare e vedere alcune persone.
Signore ascolta le preghiere di tutti i miei amici
così si realizzano le loro speranze, i loro sogni, i loro desideri.
Signore accarezza la mia famiglia e la mia amica Eleonora,
con una tua carezza saranno salvati da qualsiasi male
sentendosi sicuri e protetti in ogni passo della vita.
Signore accarezza mia madre che ha tanto bisogno delle tue carezze;
per alleviare i dolori, per farla essere più serena,
per farla essere più felice e per farla stare sempre bene.
Signore accarezza mio nipote che è ancora piccolo
e ha tanto bisogno di crescere sano e lontano dalle cose brutte della vita.
Signore accarezza mio fratello che non ha ancora messo la testa a posto.
Signore accarezza mia sorella per continuare a crescere un figlio in tutta serenità.
Signore accarezza mio padre così guarisce del tutto.
Signore accarezza la mia amica Eleonora perchè in questo momento
ha bisogno di essere accarezzata da te; per la sua salute,
per i suoi stati d'animo, per la sua vita. Accarezzata da te, Signore,
troverà la forza per andare avanti e vivere più serenamente.
Signore, io, ho bisogno di un solo tuo sguardo, così, di sfuggita,
dopo aver sentito gli amici e avere accarezzato la mia famiglia ed Eleonora.
Uno sguardo che mi faccia vivere per poter ancora pregare per loro.
E così sia.

sabato 3 ottobre 2009

Auguri MAMMA

E sono sessanta primavere, mamma. Auguri di cuore, quel cuore che è impregnato della tua anima piena di dolcezza, bontà, pazienza, lealtà, onestà, sincerità, saggezza e forza. Tutte doti che ti rendono unica e speciale. Sono sessanta e non li dimostri, hai la mente ancora pronta, sei forte e sempre in movimento. Sono sessanta e sei ancora bellissima.
Per me sei sempre stata un faro che in ogni momento della vita mi hai guidato con i tuoi consigli, le tue parole, la tua pazienza.
Avrei tanto voluto scriverti una poesia, cara mamma, ma purtroppo non sono un gran poeta e proprio per questo non voglio scrivere cose brutte. Ma camminando per la rete ho trovato una poesia di De Amicis che ha dedicato a sua madre e si intitola “a mia madre”

Non sempre il tempo la beltà cancella
o la sfioran le lacrime e gli affanni
mia madre ha sessant'anni e più la guardo
e più mi sembra bella.
Non ha un accento, un guardo, un riso
che non mi tocchi dolcemente il cuore.
Ah se fossi pittore, farei tutta la vita
il suo ritratto.
Vorrei ritrarla quando inchina il viso
perch'io le baci la sua treccia bianca
e quando inferma e stanca,
nasconde il suo dolor sotto un sorriso.
(...) Vorrei poter cangiar vita con vita,
darle tutto il vigor degli anni miei
Vorrei veder me vecchio e lei...
dal sacrificio mio ringiovanita!

Per te mamma che tanto mi hai dato e speriamo che tanto mi darai. Mi ricordo che una volta uno mi chiese: “Fabio, com'è tua madre?” e io “è una gran rompiscatole... ma speriamo mi continui a rompere le scatole per tutta la vita!”.
L'unica cosa a cui non riesco a darmi pace, cara mamma, e che non mi sento di averti dato tanto quanto mi hai dato tu.
Ma l'unica cosa di cui sono certo è che ti voglio bene e per sempre te ne vorrò.
Non ho più parole, volevo scriverti di più ma rischio di scrivere cose inutili e poi le lacrime non mi fanno più vedere lo schermo.

Auguri MAMMA.

giovedì 1 ottobre 2009

Stelle, Uomini e lampioni.

C'erano una volta un uomo e una stella.
L'uomo fu colpito da subito, tra milioni di stelle, da una stella in particolare e scelse di tenerla d'occhio per non dover rinunciare a quell'emozione che gli dava guardarla. Fu così che studiò ogni singolo pezzo di cielo e, pazientemente, attese sempre di rivederla perché la stella, pur lontana, lo confortava, lo rallegrava... lo faceva vivere. Vi furono notti in cui la stella sembrava diversa e l'uomo si confuse. Credette di aver confuso quella stella con un'altra... in fondo nel cielo ce ne erano milioni... ma l'uomo capì che il suo essere diversa altro non erano che giochi di luci e scintillii che pulsavo e tentavano disperatamente di mettersi in contatto con la sua anima. Avvenne l'impossibile: i due riuscirono a capirsi, al punto che la stella promise all'uomo che un giorno lui sarebbe riuscito ad averla. Lo convinse che prima o poi si sarebbero sfiorati e fusi in un unico sogno e insieme avrebbero illuminato l'intera città. Ma la magia, per compiersi, necessitava di fiducia, perseveranza, lealtà e comprensione.
La stella era bella, luminosa, scintillante ed emozionante. Pur apparendo solo di notte, era sempre nel cielo. Di giorno non brillava, ma scrutava, vegliava e lottava contro le nuvole... sperando che la notte l'avrebbe presto resa visibile e più scintillante che mai.
Accadde una notte che quell'uomo, stanco del solito panorama, cambiò luogo e tentò di vedere la sua stella da un'altra angolazione. La stella era sempre lì...immobile e coinvolgente, silenziosa e guerrigliera contro tutte le nuvole...
All'uomo la stella piaceva, ma allo stesso tempo spaventava perché era lontana e spesso, tra i rumori del mondo, non riusciva a fargli arrivare i suoi messaggi. Fu così che l'uomo si scoraggiò e arrivò ad osservare la stella per abitudine: ormai la stella era una stella come tutte le altre. La stella ci sarebbe stata comunque..non serviva cercare panorami stupendi, cieli limpidi e nottate serene... prima o poi la stella si sarebbe rivista. A cosa serviva lo sforzo di cambiare posizione? perché andare in contro alla stella se tanto, prima o poi, la si sarebbe rivista?
Una sera, il cielo era del tutto coperto e la stella, come sempre, era nel cielo ad attendere di rivedere il suo osservatore. Ma dov'era finito? Cos'è una stella senza un osservatore? Cos'è una stella senza qualcuno che attende impaziente di poterla ammirare? E' una lucina nel cielo... niente di più.
L'uomo, scettico, abbassò lo sguardo e scoprì che il mondo era pieno di luci colorate, belle, nuove, intermittenti...e si lasciò sedurre. Cominciò a guardare un lampione che non regalava certo le emozioni della stella, ma era certo più vicino. Era facile, raggiungibile, accarezzabile... era qualcosa di certo.
La stella, pur coperta, vide tutto. Sentì tutto... e pianse. Pianse così tanto che la sua luce si offuscò sempre di più, fino a farla quasi sparire. Le nuvole se ne andarono e lei continuava a brillare, ma sempre di meno. E l'uomo la rivide, ma scelse di continuare con lo sguardo abbassato; scelse di lasciarsi ammaliare dal caos sorprendente di luci e fari i cui bagliori erano forti, continui e utili. L’indifferenza uccise la stella che in un ultimo tentativo si lasciò cadere… disegnando una scia stupenda, magica e irripetibile. In un attimo di nostalgia e di noia l’uomo alzò di nuovo lo sguardo al cielo, la scorse cadere e si innamorò del suo ricordo. Della stella rimase un desiderio espresso da qualcun altro che la vide cadere dall’altra parte del mondo, ridotta ormai solo ad una pietra... la raccolse e la rimise al suo posto, spostando le nuvole, ammaestrando i venti e ridonandole la vita.

Post di: WONDER ELE

martedì 22 settembre 2009

Rispetto e Orgoglio

"...al tenente Antonio Fortunato, originario di Lagonegro (Potenza); del primo caporal maggiore Matteo Mureddu, di Oristano; del primo caporal maggiore Davide Ricchiuto, nativo di Glarus (Svizzera); del primo caporal maggiore Massimiliano Randino..., di Pagani (Salerno); del sergente maggiore Roberto Valente, di Napoli, e del primo caporal maggiore Gian Domenico Pistonami, di Orvieto"

Quando ho aperto il mio Blog, una della prime cose che ho scritto è stata la frase nella seconda colonnina di destra, presa da uno dei libri della Fallaci che a sua volta l'ha presa da una delle lettere di Ugo Foscolo: “questo so bene: ne per ripulse, ne per favori, ne per lodi, ne per biasimi io mi muoverò mai dal mio proponimento”. E ho voluto questa frase sul mio Blog perchè credo davvero nella libertà di parola. Credo che ognuno di noi debba sempre dire la sua, anche se quello che dice tante volte è scomodo per qualcuno. Ma la linea che separa la LEALTA' del libero pensiero dall'OFFESA e la MANCANZA DI RISPETTO, è sottilissima. Ma diventa sempre più sottile se quello che si dice INDIGNA e OFFENDE l'intera nazione e tutte le persone che ne fanno parte.
In questi giorni si parla tantissimo di un Blog che intitola i suoi post in modo indecoroso come: “è uscito il sei sulla ruota di Kabul” (e tanti altri che non ho la forza di scrivere). Non dirò il nome del Blog per tre motivi: uno, l'ho odiato dopo le prime letture; due, non è degno di entrare nel mio Blog; tre, non voglio che abbia ulteriori ingressi.
Quando uno è contrario a qualcosa deve dirlo in modi rispettosi e non VILLANI come alcuni blogger, offendendo i familiari, i parenti e gli amici dei caduti di Kabul. Non chiedo di tacere, ma di essere RISPETTOSI.
Generalmente chi parla con questi toni non conosce i motivi di quella missione e se li conosce utilizza la via più breve per avere consensi, il ritiro delle truppe solo quando succedono queste cose. Ma la cosa peggiore e che questa gente non conosce nulla di quei ragazzi che sono li, non conosce cosa vuol dire trovarsi in quelle condizioni e non conosce le motivazioni che portano un soldato a trovarsi in quei posti. Tanti direbbero “i soldi”. E forse è anche vero. Ma non mi venissero a dire che in nessuno di loro c'era un'italico orgoglio o un piccolissimo senso di appartenenza alla bandiera, che non ci credo. Sono sicuro che erano orgogliosi di essere italiani proprio come noi siamo orgogliosi di loro.
Ma ringrazio Dio che a zittire questi STUPIDI del libero pensiero sono stati le migliaia di persone che in tutta Italia, con in mano la nostra bandiera, hanno reso omaggio alle sei bare ricoperte dal tricolore.
Ora solo una cosa dobbiamo fare NON DOBBIAMO BUTARE VIA QUELLA BANDIERA. Continuiamo a sventolarla e sentiamoci sempre più orgogliosi del Paese dei Santi, Poeti e Navigatori. E a tutti quelli che nel corso della storia ci hanno chiamato traditori, spaghetti e mandolino e pizza pizza marescià, sbattiamoli in faccia la nostra bandiera raccontandogli cos'è l'Italia.
Senza essere schiavi di nessuno, senza farsi mettere i piedi in testa, avendo dignità.

domenica 13 settembre 2009

Oriana Fallaci

"Vi sono momenti, nella Vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre".

Oggi voglio raccontare la storia di Oriana Fallaci: scrittrice e giornalista, nata il 29 giugno del 1929 e morta il 15 settembre 2006 a Firenze. Ho pensato di raccontare qualcosa su di lei in questi giorni, proprio quando l'America ricorda le sue duemila e passa vittime del World Trade Center di New York.
La penna che ha fatto incazzare il mondo intero con quelle verità uscite a ridosso dell'undici settembre e che mai nessuno aveva mai osato raccontare, colpendo, con un fendente preciso, nel cuore di tutti i colpevoli, i grandi predicatori del male e i paesi ciechi e incapaci di agire.

La tenacia e la forza mentale di Oriana Fallaci spiccò già quando, nel periodo della Resistenza, svolgeva compiti di vedetta e poi, quando Firenze fu occupata dai nazisti, di staffetta (era incaricata di trasportare munizioni da una parte all'altra del fiume Arno quando era in secca). Per quest'ultimo, a soli quattordici anni, ricevette un riconoscimento d'onore dall'Esercito Italiano.
Dopo il liceo classico la Fallaci si iscrisse alla facoltà di medicina che lasciò subito dopo per dedicarsi al giornalismo su consiglio di zio Bruno Fallaci, grande giornalista e direttore di settimanali. Incomincia con il “Mattino dell'Italia centrale”, per poi passare a “Epoca” e finire, nel 1957, col scrivere di mondanità, modernità e cronaca nera per “l'Europeo”, portandola per la prima volta a New York dove scrive il suo primo libro: “i sette peccati di Hollywood”.
Da quel momento in poi un susseguirsi di grandissimi successi editoriali e articoli per la stampa sempre molto seguiti per le sue pungenti interviste e le sue corrispondenze dal Vietnam.
Nomi illustri spiccano tra le sue interviste come: Golda Meir, Henrry Kissinger, Indira Ghandi, Yasser Arafat, Giulio Andreotti, Pietro Nenni,Giorgio Amendola e tanti altri ancora.
Tra i suoi successi editoriali c'è “se il sole muore” che racconta della prima impresa dell'uomo sulla luna, “niente e così sia” dove scrive tutte le atrocità e le menzogne, ma anche l'eroismo e l'umanità che vede nella guerra del Vietnam e “lettera a un bambino mai nato”, libro diverso da tutti gli altri perchè non giornalistico. Quest'ultimo vendette quattro milioni di copie. È la volta di “Insciallah” che scrive tra le truppe italiane a Beirut nella missione ONU in Libano del 1983.
Dopo “Insciallah” la scrittrice si chiude nella suo villino a New York dove inizia a lavorare su un libro che dovrà interrompere 11 settembre 2001 per incominciare a scrivere quei libri che diventeranno un successo planetario: “la rabbia e l'orgoglio”, “la forza della ragione” e “Oriana Fallaci intervista Oriana Fallaci”. In quel periodo scopre di avere un cancro ai polmoni che lei chiamerà “L'Alieno”.
Decise di ritornare a Firenze quando sentì che l'Alieno stava per portarla via. La morte della Fallaci arriva nel 2006 all'età di 77 anni, ora è sepolta nel Cimitero Evangelico degli Allori di Firenze.
Che dire di questa scrittrice più di quanto non sia già stato detto, di lei abbiamo apprezzato il suo modo di scrivere e la sua inarrestabile voglia di dire sempre e solo la verità. Anche se mai nessuno ha dato giustizia a questo suo modo di raccontare le cose perchè abbiamo avuto paura di dire: “hai ragione”.
Signora Fallaci lei sarà la prima persona, dopo il giro dei miei parenti, che vorrò incontrare lassù.

venerdì 4 settembre 2009

L'amicizia

Ci sono dei momenti dove mi soffermo e penso su quello che potrei scrivere nel mio Blog. Ed è da un po' di tempo che il termine “amicizia” fa avanti e indietro nella mia testa vuota. Così oggi mi sono armato di computer portatile e chiavetta per accedere in internet e via con la ricerca.
Digito “amicizia” su Google e mi escono 7.220.000 pagine con siti che trattano l'argomento. Vedo che ci sono blog e pagine internet che spendono tantissime parole sull'amicizia.
Poi digito “amicizia” su Youtube e vedo oltre 22.000 video di cantanti, attori, fotografi e gente comune che parlano dell'amicizia a modo loro.
Infine provo a digitare “amicizia” su Wikipedia e trovo una definizione tecnica sul termine che riporto:
“con amicizia si indica un sentimento di affetto vivo e reciproco fra due o più persone dello stesso o differente sesso, ma anche tra esseri umani e esseri appartenente al mondo degli animali. Insieme all'amore, è uno degli stati emozionali fondanti della vita sociale. In quasi tutte le culture, l'amicizia viene intesa e percepita come un rapporto alla pari, basato sul rispetto, la stima e la disponibilità reciproca, che non pone vincoli specifici sulla libertà di comportamento sulle persone coinvolte”.
Ognuno di noi ha un pensiero tutto suo sull'amicizia; c'è chi ne parla bene e chi ne parla male, c'è chi con sentimento e trasporto e c'è chi invece ne parla con freddezza e distacco. In tutti i casi se ne dicono e se ne scrivono tante su questo argomento che ha mosso le menti di grandi pensatori, poeti e scrittori.
Adesso ci proverò io, facendomi trasportare dal cuore che è l'unico vero motore che spinge una persona a raccontare qualcosa sull'amicizia.
Non potete immaginare quanti giorni ho pensato a cosa scrivere e a come poter mettere giù due righe, cercando di trovare le parole adatte. Ma non c'è stato nulla da fare, trovare le parole per me e stato davvero difficile, forse dovrei prendere il cuore e metterlo su un tavolo. Solo lui, potrà farvi capire questo sentimento.
A un certo punto il lampo di genio ed ecco la mia definizione di amicizia, tenetevi forte.
- Un'amicizia nasce quando la tua anima accarezza un'altra anima e quando due sguardi si incrociano e uno dice all'altro: “ciao, diventiamo amici?”... e l'altro: “che mò non lo dobbiamo diventare!”... “ma diventiamo amici, amici, amici... un'amicizia grande, grande, grande?”... “una di quelle che se solo tu sapessi quanta te ne vorrò, piangeresti dalla gioia”... “grazie Amico!”.
:-D "ahahahahah"
Ciao Amici miei

martedì 25 agosto 2009

Estate 2009

Dopo un mese ritorno tra le righe di questo Blog per raccontare come sono andate le mie vacanze.
Un mese di ferie; un mese rilassante, piacevole e ricco di storie da raccontare. Ma andiamo con ordine.
Parto il 24 luglio verso il capoluogo pugliese alla ricerca di un po' di divertimento, relax e una macchina. La prima delle cose che cerco è una macchina.
Giro e rigiro per concessionarie alla ricerca di quella che sarà la mia autovettura, finchè vengo attratto da una Skoda Octavia. È la macchina che cercavo: una berlina elegante, consumi ridotti, optional giusti (forse anche troppi) e un prezzo contenuto. Come la vedo dico: “mudù”. E quando dico “mudù” vuol dire che compro. Infatti l'ho comprata il ventotto luglio e il trentuno c'è stata la consegna in quei di Modugno (ridente cittadina a un tiro di schioppo da Bari). Il bello viene proprio il giorno del ritiro della macchina nuova e della permuta della macchina vecchia.
Lungo la strada che separa casa mia dalla concessionaria c'è una biforcazione strana che se non si è particolarmente attenti c'è il rischio di prenderla contromano. Bene, io, non sono stato particolarmente attento. Prendendo la strada contromano c'è il rischio che qualcuno potrebbe prenderti in pieno causando parecchi danni. Qualcuno mi ha preso in pieno.
Ecco amici, dopo nove anni di patente ho fatto il primo incidente della mia vita con una macchina nata con me e che proprio non voleva essere data via. Il colpo al cuore, per chi sa come volevo bene a quella macchina, è stato notevole. Ma a parte il frontale, che fortunatamente non si è fatto male nessuno, tutto quello che c'è stato intorno è comico. Appena successo l'incidente il primo che interviene è un signore che, portandomi in disparte, mi dice quello che devo dire alla polizia municipale per non farmi ritirare la patente e i punti. Poi interviene un secondo personaggio che mi dice: “giovanotto se sei bravo vai a staccare il cartello che sta la, cosi prendi pure la ragione”. Finchè alla fine arriva uno che incomincia a prendersela con i vigili parlando in dialetto e gesticolando da perfetto barese e dice (traduco): “ma dovete vedere i morti per mettere due cazzo di cartelli? Ho fatto dieci lettere al sindaco, dieci lettere al comandante dei vigili urbani... adesso che devo fare dieci lettere ai vostri morti?”. Risolto l'incidente il buon vigile mi contesta la mancata presentazione del tagliandino bianco dell'assicurazione (che più volte ho spiegato di non poterlo avere perchè era in assicurazione per poterlo passare nell'orologio legale) e di aver preso un pezzo di strada contromano.
Finisce così la prima settimana di vacanza. Con la macchina nuova tra le mani e quella vecchia nella cantina della concessionaria.
La seconda non inizia nei migliori dei modi, vado a Bari al comando dei vigili urbani per presentare il tagliandino bianco dell'assicurazione. Non accettano la fotocopia del tagliandino perchè vogliono per forza quello originale, vani sono stati i tentativi per spiegare alla vigilessa che io non potevo mostragli quel tagliandino. Risolviamo con una dichiarazione che deve essere fatta dalla mia assicurazione. Per chi conosce Bari deve sapere che il comando dei vigili si trova alla periferia sud (quartiere Japigia) distante quasi una decina di chilometri dalla mia assicurazione che è in pieno centro. Quindi ho dovuto tagliare la città con un traffico assurdo.
Fatta la dichiarazione la porto dai vigili. Entrato al comando litigo con il vigile che stava alla porta perchè lui insisteva che l'ufficio verbali era chiuso e io gli assicuravo che invece era aperto. Dopo un breve battibecco gli faccio leggere il verbale dove c'era scritto che l'ufficio doveva essere aperto per forza a quell'ora. Il vigile capisce che aveva fatto una brutta figura e se ne esce splendidamente, dicendomi: “lei vada all'ufficio verbali e se trova chiuso faccia valere i suoi diritti”. Io lo guardo perplesso e vado verso il famoso ufficio sul piede di guerra, ma fortunatamente si risolve tutto con estrema calma.
Dopo tutto quello che mi è successo nella prima settimana e agli inizi della seconda, finalmente mi dedico un poco al mare rilassandomi, prendendo sole e leggendo un buon libro. Alle volte in buona compagnia e alle volte solo. Il pomeriggio lunghe camminate che si concludevano con l'aperitivo serale e dopo cena uscivo con amici per il digestivo notturno. E di tanto in tanto qualche scampagnata fuori porta con famiglia o con amici. Ho visto la bellissima Otranto (LE), ho nuotato nel mare di Torre Canne (BR), mi sono divertito nella ridente Zapponeta (FG) e ho fatto un piccolo pellegrinaggio nella affollatissima San Giovanni Rotondo (FG) per la benedizione della macchina.
Poi la partenza di venerdì per ritornare a Gorizia, cercando di fare una delle partenze intelligenti e poi, una volta in strada, capisci che ci sono altri sei milioni di intelligenti come te.
Ma gli ultimissimi giorni di vacanza gli ho passati in compagnia dell'amico coinquilino e dell'amica mia in giro per il Lago di Garda, visitando posti meravigliosi (in foto, uno dei paseggi che ho visto).
Adesso bisogna ritornare a lavoro e attendere le prossime ferie.
E a voi tocca aspettare un'altro mio Post tra le pagine di questo Blog :-D

martedì 14 luglio 2009

Castrazione chimica

Ora all'Italia, dopo che si è cullata con il presunto successo del G8, tocca fare i conti con i fatti di casa nostra.
Il secolo scorso (fine anni novanta) l'onorevole Calderoli invoca la castrazione chimica per chi commette il reato di stupro. E giù tutti a prenderlo per pazzo. Ora un gruppo di studiosi ha proposto la castrazione chimica per fermare la gente che commette questo tipo di reato. E sembra che quello che dicono gli studiosi sembra avere più successo.
Povero Calderoli. Ma alla fine dei conti come si faceva a dare retta ad un partito come la Lega Nord che proponeva la divisione dell'Italia, diceva di pulirsi il culo con il tricolore, pensava ad un cambio di inno nazionale, mandare via gli insegnanti del sud dalle scuole del nord e tanto altro ancora. Come si poteva dar retta a un gruppo di persone che quando salivano su un palco per qualche comizio, sembravano dei pazzi nell'unica ora di libertà.
Ora invece si ritorna su un'argomento proposto da un'esponente della Lega Nord. La castrazione chimica.
Un'idea folle figlia di una giustizia che non funziona. Una giustizia che scarcera queste persone deviate mentalmente nel giro di pochi anni, una giustizia dove si accetta la prescrizione. Una giustizia dove una persona commette un qualcosa in piena lucidità mentale e si cerca, quasi sempre ottenendola, l'incapacità di intendere e di volere. Una giustizia lenta, claudicante, sempre troppo permissiva, piena di “deviazioni legali” per uscirne sempre fuori. Insomma, una giustizia priva del suo stesso significato.
E se continuiamo a tenercela così non meravigliamoci se qualcuno incomincia a parlare di pena di morte.
Non accetto la castrazione chimica e la pena di morte, ma voglio che la giustizia sia più severa con chi commette il reato di stupro. Dalla serie, metterlo dentro con regolare processo e gettare via la chiave.
Ovviamente voglio che sia trattato come tutti gli altri: tesserino carcerario dove viene trascritto il reale motivo per cui si trova li dentro, condividere la cella, il refettorio e le docce con gli altri carcerati e fargli godere dell'ora d'aria come tutti gli altri. Voi pensate che esiste una condanna più dura? Per me no.
Con tutte quelle persone che commettono un reato di stupro basterebbe essere più severi in termini di giustizia, condanne esemplari: rinchiusi nel più breve tempo possibile e a vita. Senza parlare di torture.

domenica 12 luglio 2009

Oggi è una domenica...

Oggi è una domenica soleggiata a Gorizia, che è una gran bella notizia calcolando il brutto tempo che da un po' copre questa città.
Oggi è una domenica dove l'unica Ferrari in corsa, nel bellissimo circuito del Nurburgring, ha ottenuto un misero e inconcludente terzo posto anche se sentendo il telecronista è stata fatta una cosa grandiosa dalla Ferrari.
Oggi è una domenica un po' particolare se solo penso un po' ad alcune persone.
Oggi è una domenica post G8, dove sembra che l'Italia abbia fatto una gran bella figura e si sia riconquistato un posto nel mondo. Sembra. Anche se penso che far venire un magone alla Bruni, far scendere una lacrima a Michelle e portare a spasso per l'Aquila Obama e company, non fanno cambiare l'opinione che il mondo ha di noi. E pur volendo che è cambiate, date tempo al nostro amato presidente, al suo staff e tutta la classe politica italiana per fare un'altra bella magra figura.
Oggi è una domenica di metà luglio e tra due settimane scappo a Bari per le mie ferie.
Oggi è una domenica tra le tante delle circa cinquanta che ci sono nell'anno.
Oggi è una domenica dove i giovani di tutto il mondo raccolgono i pezzi di un fine settimana passato divertendosi in giro per locali.
Oggi è una domenica che tanti passeranno davanti a un televisore o a fare faccende domestiche.
Oggi è una domenica proprio come quella che canta Venditti.
Oggi è una domenica che tutto sommato non possiamo lamentarci.
Oggi è una domenica, già... perchè non è lunedì e neanche sabato.
Oggi e una domenica e come tutte le domeniche si augura che sia buona.
Allora per la fine di questa domenica e per le prossime domeniche, a tutti i passanti di questo Blog, auguro BUONA DOMENICA.

giovedì 9 luglio 2009

Una poesia anche per te

Ciao a tutti,
questo è un Post un po' particolare perchè è una poesia. E quando si parla di poesia, è sempre difficile catturare l'attenzione di qualcuno. Ma sono sicuro che qualcuno si sentirà colpito dopo averla letta.

Non Posso darti soluzioni per tutti i problemi della vita,
non ho risposte per i tuoi dubbi o timori,
però posso ascoltarli e dividerli con te.
Non posso cambiare nè il tuo passato nè il tuo futuro,
però quando serve sarò vicino a te.
Non posso evitarti di precipitare, solamente posso offrirti la mia mano
perchè ti sostenga e non cadi.
La tua allegria, il tuo successo e il tuo trionfo non sono i miei,
però gioisco sinceramente quando ti vedo felice.
Non giudico le dicisioni che prendi nella vita,
mi limito ad appoggiarti a stimolarti a aiutarti se me lo chiedi.
Non posso tracciare i limiti dentro i quali devi muoverti,
però posso offrirti lo spazio necessario per crescere.
Non posso evitare la tua sofferenza, quando qualche pena ti tocca il cuore
però posso piangere con te e raccogliere i pezzi per rimetterlo a nuovo.
Non posso dirti né cosa sei né cosa devi essere,
solamente posso volerti come sei, ed essere tuo amico.
In questo giorno pensavo a qualcuno che mi fosse amico,
in quel momento sei apparsa tu...
Non sei né sopra né sotto né in mezzo,
non sei né in testa né alla fine della lista.
Non sei né il numero 1 né il numero finale
e tanto meno ho la pretesa
di essere il 1° il 2° o il 3° della tua lista.
Basta che mi vuoi come amico.
NON SONO GRAN COSA,
PERÒ SONO TUTTO QUELLO CHE POSSO ESSERE.

Vorrei tanto averla scritta io, ma meriti, onori e glorie per questa poesia vanno a Jorges Luis Borges.
Un saluto

lunedì 29 giugno 2009

Il Tempo


Ovunque io vada porto sempre con me un orologio;
su di esso vedo chiaramente quanto tempo è passato.
Un grande Maestro l'ha costruito con arte,
anche se il suo girare non corrisponde sempre allo stolto desiderio.
Qualche giorno avrei voluto che fosse andato più velocemente;
talvolta avrei voluto che rallentasse la sua rapida corsa.
Nei momenti di dolore e di gioia, nella tempesta e nella tranquillità,
in tutti gli avvenimenti della vita ha segnato il tempo.
Lo ha segnato alla tomba del padre, alla bara dell'amico,
lo ha segnato allo sbocciare dell'amore, lo ha
segnato all'altare del matrimonio.
Lo ha segnato alla culla del bambino, lo
segnerà, se Dio vuole, ancora a lungo
quando verranno giorni migliori come spera l'anima mia.
E se talvolta ha rallentato la corsa e minacciava di fermarsi,
il Maestro lo ha sempre generosamente ricaricato.
Se un giorno dovesse fermarsi, sarebbe davvero perduto;
nessun'altro, se non Colui che l'ha costruito,
potrebbe farlo andare ancora.
Allora dovrei andare dal Maestro, che abita molto lontano,
fuori, aldilà della Terra, nell' eternità!
Allora glielo renderei con una invocazione
semplice e riconoscente:
Vedi, Signore, non ho rovinato nulla, si è fermato da solo.
M.S.

martedì 23 giugno 2009

Sihanuk e i suoi ministri

Norodom Sihanuk (Re, Primo Ministro, Capo di Stato e poi di nuovo Re) nel giugno del 1973 concesse un’intervista ad Oriana Fallaci che fu pubblicata nel suo libro “intervista con la storia”. Alla seconda domanda Sihanuk risponde in questo modo:
- …ero un capo di stato un po’ singolare e non proprio socialista. Mi piacevano le automobili da corsa, mi abbandonavo alla gioia di vivere, dirigevo un’orchestra jazz… I re e i presidenti, di solito, non dirigono le orchestre jazz. Suonavo il sassofono e il clarinetto, componevo canzoni e andavo in provincia a cantarle col mio popolo… Peggio: le facevo cantare ai rappresentanti del corpo diplomatico ma in fondo che c’era di male? A noi cambogiani la musica piace e perché un capo di stato deve ricevere gli ambasciatori in austero, organizzando balli noiosi e cacce al fagiano? Del resto non li facevo mica cantare e basta. Li facevo anche lavorare. Si, si. Loro e i miei ministri. Si, si. Li caricavo sui camion e li portavo in campagna ad aiutare i contadini. A cogliere il riso, a costruire granai o piccole dighe, a vangare. Oh, era una bellezza vederli con la zappa in mano. Io ci godevo un mondo. Perché, in Asia, appena un fesso ha un diploma o sa reggere la penna in mano, si crede un intellettuale e giudica indecoroso piegarsi al lavoro fisico. Sa, la cosiddetta élite. La quale, naturalmente, mi definiva pazzo, megalomane, infetto definiva la mia singolarità scandalosa e non sospettava nemmeno che fosse un metodo intelligente per avvicinarsi alle masse, capirle. …-
Caro Re, venga qualche anno a governare l’Italia almeno anche i nostri ministri, viceministri, sottosegretari, parlamentari, senatori e onorevoli vari, avranno la loro bella zappa in mano. Perché anche in Italia appena un fesso ha il titolo di studio più alto o riesce a tenere una penna in mano, crede di essere più intelligente e furbo di chi non ha il suo titolo di studio o non riesce a tenere una penna in mano. Sono sempre lì in quel gradino che si trova a centinaia di chilometri sopra di noi. Eterni peccatori di quel senso di superiorità che credono di possedere, sempre più ciccioni di portafoglio, creatori di “diritti” che per la loro “carica” (alle volte a vita) e le loro “responsabilità” pensano siano giusti, inconsapevoli (ma lo sanno benissimo) del fatto che sono nostri dipendenti in quanto stipendiati da noi, messi lì da noi.
Io, amici del Blog, non voglio fare una polemica sulla nostra classe politica, ma voglio farvi riflettere (sicuramente l’avete già fatto in passato) su come certi privilegi, anche giusti se usati con i criteri stabiliti, senza tanto spreco e senza mancare di rispetto ai cittadini, ci indispettiscono. Tanto da creare uno stacco sociale tra noi e loro. Come l’utilizzo della macchina blu per ogni spostamento, l’aereo di stato, quando hanno garantito il cinema, il teatro, i treni e chissà quante altre cose gratis, hanno una manciata di uomini al proprio fianco che vanno dal segretario al portaborse, ecc… ecc… ecc…
Classe politica italiana non andate troppo in alto, scendete che il cielo si guarda meglio da quaggiù, le persone vi vorranno più bene e imparerete a capirci meglio. Non preoccupatevi che se ogni tanto scendete ai nostri livelli non vi mettiamo la zappa in mano perché, grazie a Dio, quelli erano altri tempi e la Cambogia è tanto lontana da qui.
Il Re Sihanuk, qui in Italia, avrebbe avuto vita breve.

Piccola biografia:
Norodom Sihanuk è un Capo di Stato molto particolare, conosciuto per le sue stravaganze e per essere un uomo prestato alla politica. Appassionato di jazz, teatro, cinema e letteratura. Diviene Re della Cambogia nel 1941, abdica a favore del padre nel 1955 nominandosi Primo Ministro e successivamente Capo di Stato a vita. Dal 1970 al 1992 è costretto all’esilio per due volte, rima nel 1970 (rientra nel 1975) per un colpo di Stato e poi nel 1979 dopo l’invasione vietnamita della Cambogia. Un anno dopo il suo rientro è incoronato nuovamente Re fino all’abdicazione il 7 ottobre 2004. Da allora lo riconoscono come “Re Padre" fino a tutt'ora.

domenica 14 giugno 2009

Penso che...

Inalando fumi dai sapori particolari e sentendo i rumori che escono dalla televisione, penso.
Penso che se l'Italia è fatta così e se chi ci governa è fatto così, è anche un po' colpa nostra.
Penso che se noi siamo fatti così, è anche un po' colpa dell'Italia e di chi ci governa.
Penso che se dell'Italia non c'è rimasto più nulla, è solo perchè non ricordiamo più la nostra storia.
Penso che se l'Ikea si espande, è perchè abbiamo ancora voglia di costruire qualcosa.
Penso che se i reality show continuano ad andare in onda, è perchè questo è quello che vogliamo vedere... e non va bene.
Penso che se Gigi D'Alessio continua a fare dischi, è perchè qualcuno, aimè, li compra.
Penso che se qualcuno li compra, è perchè di musica non abbiamo capito nulla.
Penso che se la vita è bella, vale proprio la pena nascere, vivere e morire.
Penso che se alla fine dei nostri giorni diciamo: “meno male che è finita”, vuol dire che ne è valsa davvero la pena esistere.
Penso che se trentatre trentini entrarono a trento tutti e trentatre trotterellando, o si erano fumati qualcosa di veramente pesante o erano dei burloni in vena di scherzi.
Penso che se apelle figlio di Apollo fece una palle di pelle di pollo, non aveva proprio un cazzo da fare.
Penso che se i pesci salirono apposta a galla per vedere la palla, magari sognavano di vedere qualcosa di bello.
Penso che ogni pesce che è salito a galla, ne è rimasto parecchio deluso.
Penso che se Robert Langton chiede a un carabiniere “che direzione è quella?” e il carabiniere risponde “è ovest”, allora o noi non conosciamo bene i carabinieri o ci hanno sempre preso per il culo per tutto questo tempo.
Penso che se esce un film che si chiama “notte prima degli esami” e, subito dopo, “questa notte è ancora nostra”, se adesso esce “come fanno le segretarie a farsi sposare dagli avvocati” non dobbiamo meravigliarci.
Penso che se in una cassa di birra ci sono ventiquattro bottiglie e il giorno è fatto da ventiquattro ore, non è un caso... ce né da divertirsi.
Penso che se Bacco, tabacco e Venere rendono l'uomo in cenere, cazzi di chi beve, fuma e va a donne da facili costumi.
Penso, anche, che con Bacco e Venere l'uomo sta in paradiso.
Penso che se Bocca di Rosa rimaneva nel paesino di Sant'Ilario, oggi Sant'Ilario era un paesino migliore.
Penso che se i sogni aiutano a vivere meglio o vivere aiuta a sognare, Marzullo deve cambiare spacciatore.
Penso che gli amici aiutano a sognare e a vivere meglio.
Penso che la famiglia è al primo posto.
Penso che...
Penso che arrivata una certa ora è meglio lasciare i fumi dai sapori particolari, spegnere tutto quello che fa rumore, alzarsi dal divano, raggiungere la stanza, sdraiarsi sul letto e cercare di entrare tra le grazie di Morfeo.
Penso che.... è quello che farò....
BUONANOTTE.

sabato 13 giugno 2009

La parabola del ranocchio

C’era una volta una gara di ranocchi dove l’obiettivo era di scalare una gran torre. Quando iniziò la gara si radunò molta gente per vedere e fare il tifo per loro.In realtà, la gente probabilmente non credeva possibile che i ranocchi raggiungessero la cima, e tutto quello che si ascoltava erano frasi tipo: "Che pena! Non ce la faranno mai!"
I ranocchi cominciarono a desistere, tranne uno che continuava a cercare di raggiungere la cima. La gente continuava: "Che imbranati, che pena! Non ce la faranno mai!..."
I ranocchi si stavano dando per vinti tranne uno testardo che continuava ad insistere. Alla fine, tutti desistettero tranne quel ranocchio che, solo e con grande sforzo, raggiunse alla fine la cima.
Gli altri volevano sapere come avesse fatto, così un ranocchio si avvicinò e glielo chiese. Si scoprì che il nostro amico... era sordo!
Non ascoltare le persone con la pessima abitudine di essere negative... DERUBANO LE MIGLIORI SPERANZE DEL TUO CUORE!
Ricorda sempre il potere che hanno le parole che ascolti o leggi. Per cui, preoccupati di essere sempre POSITIVO qualunque cosa dicano gli altri!

lunedì 8 giugno 2009

Ho sentito cose a Bari che voi umani "ancora" dovete sentire

Tante volte, quando cammino per Bari, mi capita di sentire cose incredibili che escono dalla bocca delle persone. I famosi, lo dico in dialetto italianizzato, “percochi” ( “prquech”, tradotto: errori). Frasi senza significato che chi è di Bari capisce, chi è a un pelo fuori di Bari non li capisce. Adesso riporterò alcune frasi con rispettiva traduzione, correggo: presunta traduzione.
- “tu devi fare sempre la sincerità”.
Tu devi dire sempre la verità
- “la moglie del mio amico ha figliato” ho sentito anche un’altra simile: “mia moglie sta per sgravare”
La moglie del mio amico ha partorito - mia moglie sta per partorire
- “il mio cane è morto in un incidente stradale”
Il mio cane è stato investito da una macchina
- “io ciò la gelatiera, goccia che la uso”
Io ho una gelatiera, eccome se la uso (o anche: la uso tantissimo).
- “il sentimento non è più quello di una volta”
Questa è difficile perché la traduzione de: “il sentimento” è particolare. “Il sentimento” non sono i sentimenti nel senso di affetto, amore, ecc… ma bensì “il lume della ragione”. Quindi la traduzione è: “il mio cervello non è più fresco e pimpante come una volta”
- “io non sono fatto da menefrecarmi”
Io non sono un tipo che non mi curo delle cose.
- “sto dentro al telefono”
Sto parlando al telefono
Poi c’è il classico “attenzione al bambino ancora cade”, che tradotto è “attenzione al bambino che potrebbe cadere da un momento all’altro”.
Ma voglio concludere con la perla di saggezza di m’bà Frangh (compare Franco), sveglio custode del porto di Bari Santo Spirito: “Bari, città modesta e Americana”. Concetto profondo e di poche parole che significa: “a Bari tutti dicono che non hanno i soldi ma sono sempre ben vestiti, viaggiano e spendono un sacco”.

giovedì 4 giugno 2009

La storia dell'Amore

Raccontano che un giorno si riunirono in un luogo della terra tutti i sentimenti e le qualità degli uomini.
Quando la noia si fu presentata per la terza volta, la pazzia come sempre un po' folle propose: "giochiamo a nascondino!". L'interesse alzò un sopracciglio e la curiosità senza potersi contenere chiese: "a nascondino? di che si tratta?", "è un gioco -spiegò la pazzia- in cui io mi copro gli occhi e mi metto a contare fino a 1000000 mentre voi vi nascondete, quando avrò terminato di contare il primo di voi che scopro prenderà il mio posto per continuare il gioco". L'entusiasmo si mise a ballare, accompagnato dall'euforia. L'allegria fece tanti salti che finì perconvincere il dubbio e persino l'apatia, alla quale non interessava mai niente... però non tutti vollero partecipare. La verità preferì non nascondersi. Perché se poi tutti alla fine la scoprono? La superbia pensò che fosse un gioco molto sciocco (in fondo ciò che le dava fastidio era che non fosse stata una sua idea) e la codardia preferì non arricchirsi.
"UNO,DUE,TRE..." cominciò a contare la pazzia.
La prima a nascondersi fu la pigrizia che si lasciò cadere dietro la prima pietra che trovò sul percorso.
La fede volò in cielo e l'invidia si nascose all'ombra del trionfo che con le proprie forze era riuscito a salire sull'albero più alto.
La generosità quasi non riusciva a nascondersi. Ogni posto che trovava le sembrava meraviglioso per qualcuno dei suoi amici. Che dire di un lago cristallino? Ideale per la bellezza. Le fronde di un albero? Perfetto per la timidezza. Le ali di una farfalla? Il migliore per la voluttà. Una folata di vento? Magnifico per la libertà. Così la generosità finì per nascondersi in un raggio di sole.
L'egoismo, al contrario trovò subito un buon nascondiglio, ventilato, confortevole e tutto per sé.
La menzogna si nascose sul fondale degli oceani (non e' vero, si nascose dietro l'arcobaleno!).
La passione e il desiderio al centro dei vulcani.
L'oblio... non mi ricordo... dove?
Quando la pazzia arrivò a contare 999999 l'amore non aveva ancora trovato un posto dovenascondersi poiché li trovava tutti occupati; finché scorse un cespuglio di rose e alla fine decisedi nascondersi tra i suoi fiori.
"Un milione!" - contò la pazzia. E cominciò a cercare.
La prima a comparire fu la pigrizia, solo a tre passi da una pietra.
Poi udì la fede, che stava discutendo con Dio su questioni di teologia, e sentì vibrare la passione e il desiderio dal fondo dei vulcani.
Per caso trovò l'invidia e poté dedurre dove fosse il trionfo.
L'egoismo non riuscì a trovarlo: era fuggito dal suo nascondiglio essendosi accorto che c'era un nido di vespe.
Dopo tanto camminare, la pazzia ebbe sete e nel raggiungere il lago scoprì la bellezza.
Con il dubbio le risultò ancora più facile, giacché lo trovò seduto su uno steccato senza avere ancora deciso da che lato nascondersi.
Alla fine trovò un po' tutti: il talento nell'erba fresca, l'angoscia in una grotta buia, la menzogna dietro l'arcobaleno e infine l'oblio che si era già dimenticato che stava giocando a nascondino. Solo l'amore non le appariva da nessuna parte. La Pazzia cercò dietro ogni albero, dietro ognipietra, sulla cima delle montagne e quando stava per darsi per vinta scorse il cespuglio di rose e cominciò a muovere i rami. Quando, all'improvviso, si udì un grido di dolore: le spine avevano ferito gli occhi dell'amore! La pazzia non sapeva più che cosa fare per discolparsi; pianse, pregò, implorò, domandò perdono e alla fine gli promise che sarebbe diventata la sua guida.
Da allora, da quando per la prima volta si giocò a nascondino sulla terra, l'amore e' cieco e la pazzia sempre lo accompagna...

mercoledì 3 giugno 2009

Amici Miei

“Ci vorrebbe qualcuno con cui ridere e parlare… ma non una puttana. Un amico. Ecco gli amici, quelli si… ho una gran voglia di vederli… Ed eccoli qua come dei bischeri, con questa amicizia che dura da tanto tempo anche dopo morti e malgrado tutte le differenze che ci sono tra di noi siamo tutti uniti da certe regole che non ci siamo mai detti: il diritto di sfotterci reciprocamente, la voglia di ridere, di divertirsi e il gusto difficile di non prendersi troppo sul serio anche quando sarebbe meglio stare ognuno per conto suo, si rimane insieme… anche se non abbiamo niente da dirci. Eppure cosa ci manca? Stiamo bene, la vita è sempre bella e il futuro è pieno di promesse. Anche quando si litiga ci si da degli stronzi un po’ poi si ride e si inventa qualcosa per passare la serata…… Eccoci qua come tante altre volte insieme… eccoli qui, gli amici miei… CARI AMICI MIEI”.
Inizio con un pezzo del film “Amici Miei” questo Post interamente dedicato agli amici che la vita mi ha regalato nel tempo. E parlerò di ognuno di loro, di tutte quelle persone che ho conosciuto e con cui ho condiviso momenti indimenticabili. Purtroppo il passare degli anni e il naturale percorso della vita hanno portato a un inevitabile distacco. Alcuni di loro li vedo occasionalmente e altri non li vedo da anni.
- Il mio più vecchio amico si chiama Roberto, abitava sotto casa mia e ora a poco meno di cinquanta metri sulla sinistra. Nati nello stesso condominio e unici due bambini di uno stabile di circa venticinque famiglie, due grandi combina guai con una voglia matta di rompere le scatole a tutti, montatori di sogni e costruttori di speranze, ma soprattutto: geniali. Siamo riusciti a vendere a un ragazzo un pezzo di terreno del giardino condominiale, ci siamo costruiti una casetta a piano rialzato con mattoni e tavoli dell'impresa che faceva i lavori nello stabile, siamo riusciti a creare un percorso di coraggio attraverso il muro perimetrale dello stabile, abbiamo creato un percorso per le gare a tempo con biciclette e un mercatino di robe nostre (e tante, e tante, e tante altre cose). Per non parlare degli scherzi telefonici, dei frutti nei tubi di scappamento delle macchine, gli scherzi alle persone che avevano la sfortuna di attraversare quei pochi metri di strada che ci sono dalla parte del cancello d'ingresso e ...anche qui potrei continuare all'infinito, ma mi fermo. Insomma un amico dalle mille avventure che ora si trova a Napoli all'università.
- Come amico di vecchia data c'è anche Alessio. Io lo chiamo “eterno compagno di banco” perchè con lui ho diviso il banco alle scuole materne, elementari e il primo anno dei superiori. I tre anni delle medie gli abbiamo passati in scuole diverse, ma la sera eravamo sempre insieme a giocare. Non poche sono state le cose che abbiamo combinato a scuola, lui manteneva il gioco a me e io a lui. Quanti disastri e quanti casini abbiamo fatto. In prima superiore abbiamo pagato tutte le cappellate fatte in precedenza con una bella bocciatura. La curiosità: i nostri due nipoti vanno in classe insieme ma, fortunatamente, sono molto più calmi di noi. Adesso, purtroppo, vedo Alessio in modo occasionale in giro per Bari.
- Poi c'è Antonella, tra gli amici di vecchia data lei è quella che più mi ha sopportato. Con lei ho passato momenti bellissimi a Bari, che rimarranno per sempre stampati nella mia mente. Lei ora lavora in un bar a pochi metri da casa e fortunatamente riusciamo a vederci quasi ogni giorno.
- Mimmo, una volta scritto questo nome potrei anche non scrivere più nulla ma devo farlo. Lunatico e inaffidabile, ma un amico. Andando in giro per ristoranti non mi posso mai dimenticare, quando una volta entrammo in un posto dove si mangiava solo carne. Prendiamo una bistecca alla fiorentina a testa e una bottiglia di Primitivo di Manduria a testa, dopo una battaglia serrata di circa un'ora lui ebbe il coraggio di dire queste parole: “avrei ancora un po' di fame...”. Formaggi misti e un mezzo Primitivo della casa. Abbiamo dormito in macchina. Adesso lavora in un ristorante dove io la sera vado a consumare l'ormai classico digestivo.
- Luana, ci conosciamo da tanti anni perchè abitava sotto casa di mia cugina, ma abbiamo incominciato a frequentarci circa dieci anni fa. È una ragazza molto bella, simpatica, sveglia e piena di energie. Lei lavora da tanti anni nel ristorante del suo ragazzo, dove io ogni sera vado a prendermi il classico digestivo (non sono due locali diversi, è lo stesso).
- Ed ecco che è arrivato il momento di presentarvi un amico, quando lo faccio uso sempre una formula simpatica che fa così: “di maghi abattuti in Italia ce ne sono tantissimi, ma vi giuro lui li freca tutti. Reduce dal suo tour internazionale sull'asse Monopoli-Bitonto-Molfetta. Ladies and gentlemen, mesdames et messieurs, stanga chiazz e stanga chiss di tutta Italia... l'amico, il mago... Max Barile”. Questo è il modo giusto per presentare Max che da ormai dieci anni, ci sopporta a vicenda. Con lui ce ne sarebbero tante da raccontare ma non basterebbe un libro, figuriamoci un Post nel mio Blog. Vi posso dire che, ogni qual volta che usciamo insieme, si ride sempre, tra una battuta e un gioco di magia. Lui gestisce un bar con il fratello.
- Joseph, un romano nato in Germania che di tedesco ha preso solo il fatto che beve. Un amico casinista, menefreghista e divertentissimo. Con lui a Gorizia ne ho passate tante, divertendomi in modo sano e originale, ne posso raccontare tante ma, anche qui, non basta un Post. Però le avventure più belle sono state, senza ombra di dubbio, quelle fatte in Svizzera e quando siamo stati a Gardaland. Adesso lui lavora a Roma nella sua città.
- Roberto F., con Joseph facevamo il “trio monnezza: fame, sonno e debolezza”. E quindi presente in ogni uscita, trasferta fuori Gorizia, in ogni mangiata e bevuta.
- Gianfranco, sempre incazzato, sempre nervoso e pazzo tifoso della juventus (alle volte anche in modo irritante). Anche lui, insieme al “trio monnezza”, sempre presente in tutto quello che facevamo. Lui era quello che manteneva i conti, quello che guardava sempre l'orologio, quello che moralizzava appena alzavamo il gomito. Lui è a Gorizia, ma vorrebbe tanto ritornare nella sua Gioia del Colle (Bari).
- Angelo, grande uomo dalle grandi capacità che ama il vino e la buona cucina... non per niente siamo amici? Mha!
- Enrico detto Chicco, per lui cito solo il titolo di un libro di Charles Bukowski: “Compagno di sbronze”. Chicco non si riduce come il personaggio del libro, Chicco sa bere. Non è un gigante ma mangia e beve in modo consistente. Ecco perchè è amico mio. Lui lavora con me a Gorizia
- Gaetano per i nemici, Nino per gli amici. Io lo chiamo per cognome e mi metto a parte civile. Scherzo, ovviamente. Ecco il mio coinquilino che, nonostante la nostra convinta e affermata eterosessualità, con lui divido bagno, divano, lavatrice, posate piatti bicchieri dopo averli accuratamente lavati, con lui mangio la sera e guardo la tv la sera. Ma la sera, quando andiamo a letto, ognuno nelle proprie stanze chiudendoci a chiave. Non si sa mai che l'eterosessualità dovesse venire meno, fino ad ora non è successo niente (e non deve succedere niente... hai capito? :-) ). Ovviamente lui è a Gorizia e fa il mio stesso lavoro.
- Giovanni, palermitano doc con la fissa per la BMW. Famosa è la sua frase che ormai lo segue da tanti anni: “minchia, minchia, BMW”.
- Davide, nominando Davide devo nominare anche Ingrid e da qualche mese anche la piccola Rebecca. Lui tra i più grandi tifosi di calcio che abbia mai visto, con un'unica grande fede per il Palermo. Lei una donna di classe e di grande cultura. Poi c'è Rebecca per concludere il quadro famigliare, una bambina splendida che speriamo prenda tutto dalla mamma.
- Roberto M., di lui non posso parlare in breve, mi ci vorrebbero almeno una ventina di righe, quindi mi limito a definirlo come “l'amico dalle mille esperienze, che quando ho un problema... penso a lui... e mi passa”.
- Arriviamo ad Anna, l'ultima aggiunta a questa mia piccola schiera d'amici. Di lei posso dire che ha avuto la sfortuna di venire a lavorare a Gorizia in una banda di matti. Ma poi, con il passare del tempo, è diventata una vera e propria amica.
- Cito anche Barbara in questo bizzarro Post, che ringrazio per i momenti che abbiamo passato in terra straniera e che speriamo di passarne tanti altri e di altrettanta intensità.
Arrivo alla conclusione di questo Post convinto che mi sto dimenticando di qualcuno, ma non so di chi. Un attimo che ci penso su… (nel frattempo passano i minuti ascoltando musica jazz) …ah! ecco…
Scherzo, non potevo dimenticarmi dell’Amica Mia.
L’Amica Mia è una persona che ho voluto tenermi per ultima, proprio come quando alla fine di uno spettacolo gli attori ringraziano il pubblico e l'attore principale esce alla fine (preciso che non ho dato un ordine di importanza ma cronologico agli amici, fatta eccezione di quest'ultima).
Non potevo metterla insieme agli altri perchè per me è stata davvero una persona speciale.
L'Amica Eleonora, che dopo questa introduzione potrei chiudere, ma dico qualcosina in più con la speranza che non mi censuri. Di lei posso dire che è stata una vera amica, una di quelle persone che è sempre stata presente anche se lontana, quando c'era un qualcosa in me che non andava lei era lì, sempre presente. Di avventure ne abbiamo fatte tante e anche con lei potrei dilungarmi per migliaia di righe, ma non racconterò nemmeno un aneddoto perchè voglio che ogni singola giornata passata con l’Amica Mia, da soli o in compagnia, rimanga un momento unico e nostro. E poi devo dirlo, lei è l'unica persona, dopo mia madre, che sopporta davvero tutto di me... o quasi... hihihihihi.....
Ecco gli Amici Miei, quelli che nel corso degli anni mi sono rimasti sempre amici. Potevo citarne altri, ma nessun altro ha lasciato il segno come lo hanno fatto loro.
Questo Post è tutto dedicato a voi, amici.
Buona fortuna e un “in bocca al lupo” per tutto.

lunedì 1 giugno 2009

Una serata, a Bari

Nelle due settimane passate nella mia città, Bari, sono andato in giro per locali, ristoranti e bar. E devo dire che è stato un buon bere e un eccellente mangiare in quasi tutti i posti dove sono stato. Adesso, con un viaggio all'interno della città, vi porto nei locali più belli e più gustosi, dall'aperitivo alla passeggiata finale.
Prima di iniziare questo cammino eno-gastronomico, immaginando una serata a Bari, vi consiglio di andare sul lungomare che va dalla muraglia verso San Giorgio, prima delle otto di sera. Vedrete un bellissimo spettacolo di luci che illuminano la strada e i palazzoni bellissimi e antichi, sul mare schizzi d'acqua altissimi e, ovviamente, il tutto contornato da un mare e un cielo che a Bari hanno ancora qualcosa da dire. Ed ora, finito di vedere questo spettacolo, potete iniziare con l'aperitivo...
Da qualsiasi posto di Bari vi trovate, raggiungete piazza Ferrarese e, camminando, dovete arrivare alla strettoia che trovate sulla sinistra. Quella è piazza Mercantile. Ci sono un sacco di bar sulla sinistra, appena passati dalla strettoia. Uno di quei bar si chiama “BAR CITTÀ VECCHIA”, un bar bello e accogliente con personale gentile e preparato. È li che dovete andare se volete fare un ottimo aperitivo, dallo spritz al vino bianco è tutto molto buono e poi, oltre alle classiche patatine e olive, si può gustare l'ottimo piatto di stuzzichini caldi composto da: pezzettino di parmigiana, penzerottino, pezzettino di pizza di patate, rotolino di carne ripieno e qualche piccolo rustico con ripieni vari per gradire.
Usciti dal bar vi trovate di fronte un palazzo, guardate sulla sinistra e troverete una colonna con ai piedi un leone. Quella colonna divide due strade, una cortissima e una un po' più larga; prendete quella che si trova a sinistra della colonna che si chiama: via Manfredi. In quella strada ci sono un sacco di ristoranti ma voi dovete entrare nella “TAVERNA DELL'ANTICO MOLO”. Un bellissimo posto fatto in pietra che da l'idea di entrare in una di quelle cantine di una volta, che poi è tipico dei locali di Bari Vecchia. Ma la taverna dell'antico molo ha un qualcosa di diverso dagli altri, saranno le luci soffuse o sarà che si mangia bene, ma ha davvero un qualcosa di particolare. Il bello del posto e che si servono piatti della cucina locale e piatti preparati con gusto e fantasia, dall'antipasto al dolce: ottima la grigliata mista di pesce che è sempre fresco e sempre buono e gli sporcamuso, tipico dolce barese. Ma è anche una creperia, norcineria e cockteil's bar.
Una ricca passeggiata bisogna farla e vi consiglio, appena usciti dal ristorante, di andare a sinistra verso la strada chiusa, dopo pochi passi c'è una piccola scala che porta sulla muraglia, da lì a destra scendendo verso piazza Ferrarese. Proprio da dove siete partiti. Camminate fino la semaforo e andate a destra per corso Vittorio Emanuele, camminate ancora un po' e vi troverete tante aiuole con degli alberi sulla destra, dietro questi alberi ci sono un sacco di bar. Se avete ancora spazio per un bicchiere fermatevi “all'ALTERNO” un american wine bar frequentato da bella gente con una buona scelta di bevande dai più elaborati cocktail al classico amaro digestivo.
Bene! Avete aperitivizzato, mangiato e vi siete pure fatti il digestivo, adesso o continuate con qualche altro locale o andate a casa (“che è meglio” direbbero le mamme).
Se decidete di rientrare a casa fatelo con cautela e ricordatevi che guida chi non ha bevuto, o meglio chi ha bevuto meno. Se invece volete continuare con qualche altro locale adesso ve ne elenco qualcuno carino dove intrattenersi.
Rimane in piazza Ferrarese chi vuole andare al “MATISSE” che con gli anni rimane un bel bar dall'ambiente tutto particolare e un arredamento fatto con gusto.
Se ne va in piazza Mercantile chi invece vuole andare “TAKE FIVE”, un wine bar eccezionale con dell'ottima musica, dell'ottimo vino e delle comode sedie all'aperto. L'ideale per rilassarsi.
Deve andare ai piedi dello Sheraton Nicolaus Hotel chi vuole andare al “BOGUS” o al “CAFFÈ ITALIANO”, il primo è un pub dove ci si può fermare anche per un amaro o cocktail, oltre che per mangiare qualcosa non impegnativa. L'altro è un bar dove si può passare un fine serata tranquillo e rilassante. C'è anche il “VINAGRE”, un posto dove oltre l'american bar è possibile degustare un buon bicchiere di vino grazie a una vasta selezione di vini. Anche se i barman tendono sempre a rifilarti l'eccezionale vino pugliese.
Concludo dicendovi che gli altri locali non sono più brutti o peggiori di quelli che ho scritto su questo Post, ma semplicemente o non li conosco o non mi sono trovato bene.
La prossima volta che torno a Bari farò un'altro giro per ristoranti e locali, ovviamente diversi, e vi dirò come è andata facendovi fare un'altro tour eno-gastronomico.
A presto.

sabato 30 maggio 2009

Ricordi

Questo bel bambino sono io, da piccolo.
Ho voluto pubblicare questa foto per fare vedere a tutti, soprattutto a chi non credeva, che in passato avevo un qualcosa che il tempo mi ha portato via.
Insomma......
IO QUANDO ERO PICCOLO AVEVO I CAPELLI... CHE AVEVO I CAPELLI....
Erano tanti, forti e belli....
....sigh!!! :-(

"Ho incominciato a capire che stavo diventando calvo quando la mattina, in bagno, ci mettevo sempre più tempo per lavarmi la faccia"

mercoledì 13 maggio 2009

...oggi ho fatto le analisi

Oggi sono andato a fare le analisi. Mi hanno tirato il sangue. Però è successa una cosa al quanto strana. Ma partiamo dalle prime ore del mattino.
Correvano le ore 05:00 quando la mia sveglia incomincia delicatamente a suonare, un suono che parte lentamente e pian piano rimbomba per la stanza, un suono che secondo me è fatto apposta per svegliarsi e iniziare la giornata. Poi con le stesse modalità, sempre la stessa sveglia, riparte per altre cinque volte fino a che non arrivano le ore 05:45. Metto il primo piede a terra e, subito dopo, anche l'altro prendendomi alcuni minuti per capire che mi sono svegliato. Barba, doccia e preparazione in lenta successione, fino ad uscire di casa per le ore 06:30. Quindi già in ritardo, perchè alle sei e mezza dovevo stare lì, esco di casa e vado.
Cammino e cammino con la mia quasi macchina e arrivo a una manciata di metri da dove mi devono tirato il sangue. In quel momento mi ricordo che la provetta con la mia urina all'interno è rimasta nel bagno di casa. Torno in dietro, prendo la provetta e finalmente, con notevole ritardo, mi presento alla corte del dottore che, con una sorprendente e inspiegabile agilità (conoscendo il personaggio) mi tira il sangue.
Un solo problema: ma perchè quando mi hanno tirato il sangue l'hanno fatto con il decanter anziché con la classica boccettina? ...mha!!!
Comunque vi terrò aggiornati sui risultati delle analisi che se tutto va bene escono fra un mese. Questa è stata l'avventura di stamattina che mi piaceva raccontare nel Blog.

venerdì 8 maggio 2009

San Nicola di Bari

Oggi per Bari e i baresi è una giornata di festa, perchè oggi si festeggia San Nicola. Il Patrono della Città. Il calendario dice che San Nicola è il sei di dicembre ma i baresi preferiscono festeggiare l'otto maggio, il giorno che il Santo arrivò a Bari.
Ecco un po' di storia del nostro Santo, quello che i baresi amano tanto: San Nicola.

Noto anche come San Nicola di Myra, San Nicola Magno e San Niccolò, è famoso anche al di fuori del mondo cristiano perché la sua figura ha dato origine al mito di Santa Claus (o Klaus), conosciuto in Italia come Babbo Natale.
San Nicola nacque probabilmente a Pàtara di Licia, tra il 260 ed il 280, da Epifanio e Giovanna che erano cristiani e benestanti. Cresciuto in un ambiente di fede cristiana, perse prematuramente i genitori a causa della peste. Divenne così erede di un ricco patrimonio che impiegò per aiutare i bisognosi. Si narra che Nicola, venuto a conoscenza di un ricco uomo decaduto che voleva avviare le sue tre figlie alla prostituzione perché non poteva farle maritare decorosamente, abbia preso una buona quantità di denaro, lo abbia avvolto in un panno e, di notte, l'abbia gettato nella casa dell'uomo in tre notti consecutive, in modo che le tre figlie avessero la dote per il matrimonio.
Un'altra leggenda non fa riferimento alle figlie del ricco decaduto, ma narra che Nicola, già vescovo resuscitò tre bambini che un macellaio malvagio aveva ucciso e messo sotto sale per venderne la carne. Anche per questo episodio San Nicola è venerato come protettore dei bambini.
In seguito lasciò la sua città natale e si trasferì a Myra dove venne ordinato sacerdote. Alla morte del vescovo metropolita di Myra, venne acclamato dal popolo come nuovo vescovo. Imprigionato ed esiliato nel 305 durante le persecuzioni anti-cristiane emanate da Diocleziano, fu poi liberato da Costantino nel 313 e riprese l'attività apostolica. Non è certo se sia stato uno dei 318 partecipanti al Concilio di Nicea del 325, durante il quale avrebbe condannato duramente l'eresia dell'aresianesimo, difendendo la fede cattolica, ma la leggenda ci tramanda che in un momento d'impeto prese a schiaffi Ario. Gli scritti di Sant'Andrea di Creta e di San Giovanni Damesciano ci confermano la sua fede ben radicata nei principi dell'ortodossia cattolica.
Nicola si occupò anche del bene dei suoi concittadini di Myra: ottenne dei rifornimenti durante una grave carestia e ottenne la riduzione delle imposte dall'Imperatore.
Morì a Myra il 6 dicembre, presumibilmente dell'anno 343, forse nel monastero di Sion. Come si tramanda da secoli è descritto compiere miracoli in vita e in morte; tale tradizione si consolidò ulteriormente nel tempo, anche per il gran numero di eventi prodigiosi a lui imputati e che si diffusero ampiamente in Oriente, a Roma e nell'Italia meridionale. Le sue spoglie furono conservate con grande devozione di popolo, nella cattedrale di Myra fino al 1087. Grande è la venerazione a lui tributata dai cristiani ortodossi.
Quando Myra cadde in mano musulmana, Bari (al tempo dominio bizantino) e Venezia, che erano dirette rivali nei traffici marittimi con l'Oriente, entrarono in competizione per il trafugamento in Occidente delle reliquie del santo. Una spedizione barese di 62 marinai, tra i quali i sacerdoti Lupo e Grimoldo, partita con tre navi di proprietà degli armatori Dottula, raggiunse Myra e si impadronì delle spoglie di Nicola che giunsero a Bari il 9 maggio 1087.
Secondo la leggenda, le reliquie furono depositate là dove i buoi che trainavano il carico dalla barca si fermarono. Si trattava in realtà della chiesa dei benedettini (oggi chiesa di San Michele Arcangelo) sotto la custodia dell'abate Elia, che in seguito sarebbe diventato vescovo di Bari. L'abate promosse l'edificazione di una nuova chiesa dedicata al santo, che fu consacrata due anni dopo da Papa Urbano II in occasione della definitiva collocazione delle reliquie sotto l'altare della cripta. Da allora San Nicola divenne patrono di Bari e le date del 6 dicembre (giorno della morte del santo) e 9 maggio (giorno dell'arrivo delle reliquie) furono dichiarate festive per la città.

Il suo emblema è il bastone pastorale (sibolo del vescovato) e tre sacchetti di monete (o anche tre palle d'oro) queste in relazione alla leggenda della dote concessa alle tre fanciulle. Tradizionalmente viene quindi rappresentato vestito da vescovo con mitra e pastorale. L'attuale rappresentazione in abito rosso bordato di bianco origina dal poema “A Visit from St. Nicholas” del 1821 di Clement C. Moore, che lo descrisse come un signore allegro e paffutello, contribuendo alla diffusione della figura mitica, folkloristica, di Babbo Natale.
Nella Chiesa ortodossa San Nicola è spesso la terza icona insieme a Cristo e a Maria col bambino nell'incontrarsi delle chiese.
San Nicola è uno dei Santi più popolari del cristianesimo protagonista di molte leggende riguardanti miracoli a favore di poveri e defraudati.
Il culto si diffuse dapprima in Asia Minore (nel VI secolo ben 25 chiese a Costantinopoli erano a lui dedicate), con pellegrinaggi alla sua tomba, posta fuori dell’abitato di Myra. Numerosi scritti in greco ed in latino ne fecero progressivamente diffondere la venerazione verso il mondo bizantino-slavo e in Occidente, a partire da Roma e dal Meridione d'Italia, allora soggetto a Bisanzio. Secondo la tradizione, Nicola aiutò tre ragazze che non potevano sposarsi per mancanza di dote, gettando sacchetti di denaro dalla finestra nella loro stanza, per tre notti. Per questo è venerato dalle ragazze e dalle donne nubili.
Il Santo oggi è patrono di marinai, pescatori, farmacisti, profumieri, bottai, bambini, ragazze da marito, scolari, avvocati nonché delle vittime di errori giudiziari. È patrono inoltre dei mercanti e commercianti e per questo la sua effigie figura nello stemma della Camera di Commercio di Bari.
A Bari il culto è molto sentito, e l'8 maggio si festeggia il Santo con una prolungata festa che ripercorre l'evento della traslazione delle sue ossa nella città, trascinando una caravella sul lungomare.
Il culto di san Nicola fu portato a New York dai coloni olandesi (è infatti il protettore della città di Amsterdam), sotto il nome di 'Sinterklaas'.
A Molfetta e Terlizzi (Bari) c'è una tradizione che ricorre ogni anno il 6 dicembre: si dice che durante la notte, San Nicola porti doni e dolciumi a tutti i bambini, che quindi ricevono il tutto la mattina del 6 dicembre. Nella stessa data viene festeggiato a Salemi (Trapani). A Ganzirri (Messina) il Santo viene festeggiato la seconda domenica d'Agosto. La festa è caratterizzata da una spettacolare processione notturna di barche.
Dal XVII viene considerato benefattore dei bambini: da allora esiste in molti paesi europei l'uso di mettere la sera del 5 dicembre gli stivali fuori dalla porta di casa in modo che il santo possa riempirli di noci, mandarini e biscotti. A Trieste i bambini scrivono una letterina a S. Nicola o S. Nicolò che lasciano sul tavolo della cucina e la mattina dopo trovano la tavola con mandarini, biscotti, mandorlato e, ovviamente, anche i doni; però per i bambini bricconcelli si mette anche un pezzettino di carbone, che adesso è fatto di zucchero. Questa tradizione è sentita anche in Italia a Belluno, Trieste, Bari, Monfalcone, Gualdo Tadino e in tutta l'Alto Adige. In alcuni paesi dell'Europa orientale, la tradizione vuole che porti una verga ai bambini non meritevoli, con cui i genitori possono poi punirli. A Lattarico (CS) la festa di San Nicola viene celebrata il 6 dicembre con la processione per le vie del paese.
A Trieste si cantava la canzoncina:
San Nicolò de Bari
la festa dei scolari
se i scolari no fa festa
ghe taieremo la testa.


Ecco San Nicola di Bari. Mi sembrava giusto dedicare un Post al Santo protettore della città di Bari, ma altrettanto giusto mi sembra chiudere con una canzone di Gianni Ciardo che parla del Santo.


...Sanda Nicol iè d'argint
(San Nicola è d'argento)
và p' mar e ammen ù vind
(va per mare e porta il vento)
e ca iè Sanda Nicola
(ed è San Nicola)
Sanda Nicola iè tutt d'òr
(San Nicola è tutto d'oro)
allegr pellegrin Sanda Nicola avà v'nì
(allegri pellegrini San Nicola deve venire)
allegr màrnar Sanda Nicola và p' màr.
(allegri marinai San Nicola va per mare)