lunedì 21 dicembre 2009
BUON NATALE
domenica 22 novembre 2009
Voglia - Renato Zero
Tu che aspetti che sia vita anche tu,
Tu che tenti di piacere di più,
Tu quante altre volte tu.
Finirà che il mondo scoprirà che tu esisti.
Vai tranquillità verso l'uomo che vuoi,
Vai sicura che poi gli piacerai,
Ci stai a dare un calcio ai guai,
A dire no alla noia che ti toglie la voglia, e poi…
Per te io sono ancora qui che canto,
Tu la spinta per tornare su, ancora su.
E allora dai, lasciati andare in questo mare,
Un mare che non ti aspettavi più,
Calore che sai solamente tu.
Tu..
Su te io ci scommetterei,
Io per te mille altre volte mi brucerei.
Sei tu quell'angelo che prima o poi decollerà,
Sei tu che conti, solo tu.
Il resto è la, fin quando la sete si placherà,
Di te io mi ubriaco e mi confondo,
Non puoi tentarmi e poi lasciarmi,
No, non farlo mai
E mi dirai che sono sempre un vagabondo,
Eppure ancora qui mi fermerò.
È solo per te che canterò,
Per teeee…!!!
"Da qui non verrà mai cancellata".
lunedì 16 novembre 2009
TEST: Quanto mi conosci?
1 - COSA PENSO DELLA “GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO”?
A) Mudù (tipico spavento barese)
B) Una testata interessante
C) Non mi piace
D) Ottima la cronaca e interessante la cultura
E) Il miglior giornale della Puglia
2 - CHI È IL MIO CANTANTE PREFERITO?
A) Antonello Venditti
B) Zucchero
C) Pupo
D) Carmen Consoli
E) Renato Zero
3 - LA PARTE D'ITALIA CHE PIÙ MI PIACE?
A) Il Salento (Puglia)
B) Riviera Romagnola (Emilia Romagna)
C) Lago di Garda (Veneto)
D) Costiera Amalfitana (Campania)
E) La Versilia (Toscana)
4 - DA COSA NON MI POTREI MAI SEPARARE?
A) Da un paio di scarpe della Paciotti
B) Dalla mia collana e dai miei bracciali
C) Dai miei bicchieri di vino
D) Dai miei libri
E) Dal mio PC
5 - LA CITTÀ CHE HO NEL CUORE?
A) Firenze
B) Roma
C) Milano
D) Bari
E) Palermo
6 - QUAL'È IL MIO SECONDO NOME?
A) Nicola
B) Michele
C) Ferruccio
D) Giovanni
E) Non ho un secondo nome
7 - I MIEI FRATELLI SI CHIAMANO?
A) Marco e Anna
B) Vito e Angela
C) Luca e Claudia
D) Francesco e Angela
E) Vito e Maria
8 - QUAL'È LA MIA PASSIONE SPORTIVA?
A) Calcio
B) Formula 1
C) Golf
D) Tennis
E) Motomondiale
9 - QUAL'È IL MIO VINO PREFERITO?
A) Chianti Classico
B) Rosso di Montepulciano
C) Valpolicella Classico
D) Greco di Tufo
E) Primitivo di Manduria
10 - LA MIA CITAZIONE PREFERITA È?
A) “Il mio grado nell'esercito? Ostaggio, in caso di guerra” (Woody Allen)
B) “Non credo ai miracoli, ne ho visti troppi” (Oscar Wilde)
C) “Che Dio ci perdoni. E ci perdonerà. È il suo mestiere” (Marcello Marchesi)
D) “Meglio essere stupidi o calvi? Calvi, si nota meno” (Anonimo)
E) “Chi sa ridere è padrone del mondo” (Giacomo Leopardi)
IL TEST È FINITO.
giovedì 12 novembre 2009
La felicità ...a modo mio.
giovedì 5 novembre 2009
Il crocifisso in aula
lunedì 2 novembre 2009
Tratto da: Il piccolo libro dell'amicizia.
lunedì 26 ottobre 2009
Ancora pochi minuti. Buonanotte
sabato 24 ottobre 2009
Parole, citazioni, sul vino
venerdì 23 ottobre 2009
L'ora di religione
mercoledì 21 ottobre 2009
Preghierina della notte.
troverà la forza per andare avanti e vivere più serenamente.
sabato 3 ottobre 2009
Auguri MAMMA
Non sempre il tempo la beltà cancella
Auguri MAMMA.
giovedì 1 ottobre 2009
Stelle, Uomini e lampioni.
Post di: WONDER ELE
sabato 26 settembre 2009
martedì 22 settembre 2009
Rispetto e Orgoglio
In questi giorni si parla tantissimo di un Blog che intitola i suoi post in modo indecoroso come: “è uscito il sei sulla ruota di Kabul” (e tanti altri che non ho la forza di scrivere). Non dirò il nome del Blog per tre motivi: uno, l'ho odiato dopo le prime letture; due, non è degno di entrare nel mio Blog; tre, non voglio che abbia ulteriori ingressi.
Quando uno è contrario a qualcosa deve dirlo in modi rispettosi e non VILLANI come alcuni blogger, offendendo i familiari, i parenti e gli amici dei caduti di Kabul. Non chiedo di tacere, ma di essere RISPETTOSI.
Generalmente chi parla con questi toni non conosce i motivi di quella missione e se li conosce utilizza la via più breve per avere consensi, il ritiro delle truppe solo quando succedono queste cose. Ma la cosa peggiore e che questa gente non conosce nulla di quei ragazzi che sono li, non conosce cosa vuol dire trovarsi in quelle condizioni e non conosce le motivazioni che portano un soldato a trovarsi in quei posti. Tanti direbbero “i soldi”. E forse è anche vero. Ma non mi venissero a dire che in nessuno di loro c'era un'italico orgoglio o un piccolissimo senso di appartenenza alla bandiera, che non ci credo. Sono sicuro che erano orgogliosi di essere italiani proprio come noi siamo orgogliosi di loro.
Ma ringrazio Dio che a zittire questi STUPIDI del libero pensiero sono stati le migliaia di persone che in tutta Italia, con in mano la nostra bandiera, hanno reso omaggio alle sei bare ricoperte dal tricolore.
Ora solo una cosa dobbiamo fare NON DOBBIAMO BUTARE VIA QUELLA BANDIERA. Continuiamo a sventolarla e sentiamoci sempre più orgogliosi del Paese dei Santi, Poeti e Navigatori. E a tutti quelli che nel corso della storia ci hanno chiamato traditori, spaghetti e mandolino e pizza pizza marescià, sbattiamoli in faccia la nostra bandiera raccontandogli cos'è l'Italia.
Senza essere schiavi di nessuno, senza farsi mettere i piedi in testa, avendo dignità.
domenica 13 settembre 2009
Oriana Fallaci
Dopo il liceo classico la Fallaci si iscrisse alla facoltà di medicina che lasciò subito dopo per dedicarsi al giornalismo su consiglio di zio Bruno Fallaci, grande giornalista e direttore di settimanali. Incomincia con il “Mattino dell'Italia centrale”, per poi passare a “Epoca” e finire, nel 1957, col scrivere di mondanità, modernità e cronaca nera per “l'Europeo”, portandola per la prima volta a New York dove scrive il suo primo libro: “i sette peccati di Hollywood”.
Da quel momento in poi un susseguirsi di grandissimi successi editoriali e articoli per la stampa sempre molto seguiti per le sue pungenti interviste e le sue corrispondenze dal Vietnam.
Nomi illustri spiccano tra le sue interviste come: Golda Meir, Henrry Kissinger, Indira Ghandi, Yasser Arafat, Giulio Andreotti, Pietro Nenni,Giorgio Amendola e tanti altri ancora.
Tra i suoi successi editoriali c'è “se il sole muore” che racconta della prima impresa dell'uomo sulla luna, “niente e così sia” dove scrive tutte le atrocità e le menzogne, ma anche l'eroismo e l'umanità che vede nella guerra del Vietnam e “lettera a un bambino mai nato”, libro diverso da tutti gli altri perchè non giornalistico. Quest'ultimo vendette quattro milioni di copie. È la volta di “Insciallah” che scrive tra le truppe italiane a Beirut nella missione ONU in Libano del 1983.
Dopo “Insciallah” la scrittrice si chiude nella suo villino a New York dove inizia a lavorare su un libro che dovrà interrompere 11 settembre 2001 per incominciare a scrivere quei libri che diventeranno un successo planetario: “la rabbia e l'orgoglio”, “la forza della ragione” e “Oriana Fallaci intervista Oriana Fallaci”. In quel periodo scopre di avere un cancro ai polmoni che lei chiamerà “L'Alieno”.
Decise di ritornare a Firenze quando sentì che l'Alieno stava per portarla via. La morte della Fallaci arriva nel 2006 all'età di 77 anni, ora è sepolta nel Cimitero Evangelico degli Allori di Firenze.
Che dire di questa scrittrice più di quanto non sia già stato detto, di lei abbiamo apprezzato il suo modo di scrivere e la sua inarrestabile voglia di dire sempre e solo la verità. Anche se mai nessuno ha dato giustizia a questo suo modo di raccontare le cose perchè abbiamo avuto paura di dire: “hai ragione”.
Signora Fallaci lei sarà la prima persona, dopo il giro dei miei parenti, che vorrò incontrare lassù.
venerdì 4 settembre 2009
L'amicizia
Digito “amicizia” su Google e mi escono 7.220.000 pagine con siti che trattano l'argomento. Vedo che ci sono blog e pagine internet che spendono tantissime parole sull'amicizia.
Poi digito “amicizia” su Youtube e vedo oltre 22.000 video di cantanti, attori, fotografi e gente comune che parlano dell'amicizia a modo loro.
Infine provo a digitare “amicizia” su Wikipedia e trovo una definizione tecnica sul termine che riporto:
“con amicizia si indica un sentimento di affetto vivo e reciproco fra due o più persone dello stesso o differente sesso, ma anche tra esseri umani e esseri appartenente al mondo degli animali. Insieme all'amore, è uno degli stati emozionali fondanti della vita sociale. In quasi tutte le culture, l'amicizia viene intesa e percepita come un rapporto alla pari, basato sul rispetto, la stima e la disponibilità reciproca, che non pone vincoli specifici sulla libertà di comportamento sulle persone coinvolte”.
Ognuno di noi ha un pensiero tutto suo sull'amicizia; c'è chi ne parla bene e chi ne parla male, c'è chi con sentimento e trasporto e c'è chi invece ne parla con freddezza e distacco. In tutti i casi se ne dicono e se ne scrivono tante su questo argomento che ha mosso le menti di grandi pensatori, poeti e scrittori.
Adesso ci proverò io, facendomi trasportare dal cuore che è l'unico vero motore che spinge una persona a raccontare qualcosa sull'amicizia.
Non potete immaginare quanti giorni ho pensato a cosa scrivere e a come poter mettere giù due righe, cercando di trovare le parole adatte. Ma non c'è stato nulla da fare, trovare le parole per me e stato davvero difficile, forse dovrei prendere il cuore e metterlo su un tavolo. Solo lui, potrà farvi capire questo sentimento.
- Un'amicizia nasce quando la tua anima accarezza un'altra anima e quando due sguardi si incrociano e uno dice all'altro: “ciao, diventiamo amici?”... e l'altro: “che mò non lo dobbiamo diventare!”... “ma diventiamo amici, amici, amici... un'amicizia grande, grande, grande?”... “una di quelle che se solo tu sapessi quanta te ne vorrò, piangeresti dalla gioia”... “grazie Amico!”.
:-D "ahahahahah"
martedì 25 agosto 2009
Estate 2009
Un mese di ferie; un mese rilassante, piacevole e ricco di storie da raccontare. Ma andiamo con ordine.
Parto il 24 luglio verso il capoluogo pugliese alla ricerca di un po' di divertimento, relax e una macchina. La prima delle cose che cerco è una macchina.
Giro e rigiro per concessionarie alla ricerca di quella che sarà la mia autovettura, finchè vengo attratto da una Skoda Octavia. È la macchina che cercavo: una berlina elegante, consumi ridotti, optional giusti (forse anche troppi) e un prezzo contenuto. Come la vedo dico: “mudù”. E quando dico “mudù” vuol dire che compro. Infatti l'ho comprata il ventotto luglio e il trentuno c'è stata la consegna in quei di Modugno (ridente cittadina a un tiro di schioppo da Bari). Il bello viene proprio il giorno del ritiro della macchina nuova e della permuta della macchina vecchia.
Lungo la strada che separa casa mia dalla concessionaria c'è una biforcazione strana che se non si è particolarmente attenti c'è il rischio di prenderla contromano. Bene, io, non sono stato particolarmente attento. Prendendo la strada contromano c'è il rischio che qualcuno potrebbe prenderti in pieno causando parecchi danni. Qualcuno mi ha preso in pieno.
Ecco amici, dopo nove anni di patente ho fatto il primo incidente della mia vita con una macchina nata con me e che proprio non voleva essere data via. Il colpo al cuore, per chi sa come volevo bene a quella macchina, è stato notevole. Ma a parte il frontale, che fortunatamente non si è fatto male nessuno, tutto quello che c'è stato intorno è comico. Appena successo l'incidente il primo che interviene è un signore che, portandomi in disparte, mi dice quello che devo dire alla polizia municipale per non farmi ritirare la patente e i punti. Poi interviene un secondo personaggio che mi dice: “giovanotto se sei bravo vai a staccare il cartello che sta la, cosi prendi pure la ragione”. Finchè alla fine arriva uno che incomincia a prendersela con i vigili parlando in dialetto e gesticolando da perfetto barese e dice (traduco): “ma dovete vedere i morti per mettere due cazzo di cartelli? Ho fatto dieci lettere al sindaco, dieci lettere al comandante dei vigili urbani... adesso che devo fare dieci lettere ai vostri morti?”. Risolto l'incidente il buon vigile mi contesta la mancata presentazione del tagliandino bianco dell'assicurazione (che più volte ho spiegato di non poterlo avere perchè era in assicurazione per poterlo passare nell'orologio legale) e di aver preso un pezzo di strada contromano.
Finisce così la prima settimana di vacanza. Con la macchina nuova tra le mani e quella vecchia nella cantina della concessionaria.
La seconda non inizia nei migliori dei modi, vado a Bari al comando dei vigili urbani per presentare il tagliandino bianco dell'assicurazione. Non accettano la fotocopia del tagliandino perchè vogliono per forza quello originale, vani sono stati i tentativi per spiegare alla vigilessa che io non potevo mostragli quel tagliandino. Risolviamo con una dichiarazione che deve essere fatta dalla mia assicurazione. Per chi conosce Bari deve sapere che il comando dei vigili si trova alla periferia sud (quartiere Japigia) distante quasi una decina di chilometri dalla mia assicurazione che è in pieno centro. Quindi ho dovuto tagliare la città con un traffico assurdo.
Fatta la dichiarazione la porto dai vigili. Entrato al comando litigo con il vigile che stava alla porta perchè lui insisteva che l'ufficio verbali era chiuso e io gli assicuravo che invece era aperto. Dopo un breve battibecco gli faccio leggere il verbale dove c'era scritto che l'ufficio doveva essere aperto per forza a quell'ora. Il vigile capisce che aveva fatto una brutta figura e se ne esce splendidamente, dicendomi: “lei vada all'ufficio verbali e se trova chiuso faccia valere i suoi diritti”. Io lo guardo perplesso e vado verso il famoso ufficio sul piede di guerra, ma fortunatamente si risolve tutto con estrema calma.
Dopo tutto quello che mi è successo nella prima settimana e agli inizi della seconda, finalmente mi dedico un poco al mare rilassandomi, prendendo sole e leggendo un buon libro. Alle volte in buona compagnia e alle volte solo. Il pomeriggio lunghe camminate che si concludevano con l'aperitivo serale e dopo cena uscivo con amici per il digestivo notturno. E di tanto in tanto qualche scampagnata fuori porta con famiglia o con amici. Ho visto la bellissima Otranto (LE), ho nuotato nel mare di Torre Canne (BR), mi sono divertito nella ridente Zapponeta (FG) e ho fatto un piccolo pellegrinaggio nella affollatissima San Giovanni Rotondo (FG) per la benedizione della macchina.
Poi la partenza di venerdì per ritornare a Gorizia, cercando di fare una delle partenze intelligenti e poi, una volta in strada, capisci che ci sono altri sei milioni di intelligenti come te.
Ma gli ultimissimi giorni di vacanza gli ho passati in compagnia dell'amico coinquilino e dell'amica mia in giro per il Lago di Garda, visitando posti meravigliosi (in foto, uno dei paseggi che ho visto).
E a voi tocca aspettare un'altro mio Post tra le pagine di questo Blog :-D
martedì 14 luglio 2009
Castrazione chimica
Il secolo scorso (fine anni novanta) l'onorevole Calderoli invoca la castrazione chimica per chi commette il reato di stupro. E giù tutti a prenderlo per pazzo. Ora un gruppo di studiosi ha proposto la castrazione chimica per fermare la gente che commette questo tipo di reato. E sembra che quello che dicono gli studiosi sembra avere più successo.
Povero Calderoli. Ma alla fine dei conti come si faceva a dare retta ad un partito come la Lega Nord che proponeva la divisione dell'Italia, diceva di pulirsi il culo con il tricolore, pensava ad un cambio di inno nazionale, mandare via gli insegnanti del sud dalle scuole del nord e tanto altro ancora. Come si poteva dar retta a un gruppo di persone che quando salivano su un palco per qualche comizio, sembravano dei pazzi nell'unica ora di libertà.
Ora invece si ritorna su un'argomento proposto da un'esponente della Lega Nord. La castrazione chimica.
Un'idea folle figlia di una giustizia che non funziona. Una giustizia che scarcera queste persone deviate mentalmente nel giro di pochi anni, una giustizia dove si accetta la prescrizione. Una giustizia dove una persona commette un qualcosa in piena lucidità mentale e si cerca, quasi sempre ottenendola, l'incapacità di intendere e di volere. Una giustizia lenta, claudicante, sempre troppo permissiva, piena di “deviazioni legali” per uscirne sempre fuori. Insomma, una giustizia priva del suo stesso significato.
E se continuiamo a tenercela così non meravigliamoci se qualcuno incomincia a parlare di pena di morte.
Non accetto la castrazione chimica e la pena di morte, ma voglio che la giustizia sia più severa con chi commette il reato di stupro. Dalla serie, metterlo dentro con regolare processo e gettare via la chiave.
Ovviamente voglio che sia trattato come tutti gli altri: tesserino carcerario dove viene trascritto il reale motivo per cui si trova li dentro, condividere la cella, il refettorio e le docce con gli altri carcerati e fargli godere dell'ora d'aria come tutti gli altri. Voi pensate che esiste una condanna più dura? Per me no.
Con tutte quelle persone che commettono un reato di stupro basterebbe essere più severi in termini di giustizia, condanne esemplari: rinchiusi nel più breve tempo possibile e a vita. Senza parlare di torture.
domenica 12 luglio 2009
Oggi è una domenica...
Oggi è una domenica dove l'unica Ferrari in corsa, nel bellissimo circuito del Nurburgring, ha ottenuto un misero e inconcludente terzo posto anche se sentendo il telecronista è stata fatta una cosa grandiosa dalla Ferrari.
Oggi è una domenica un po' particolare se solo penso un po' ad alcune persone.
Oggi è una domenica post G8, dove sembra che l'Italia abbia fatto una gran bella figura e si sia riconquistato un posto nel mondo. Sembra. Anche se penso che far venire un magone alla Bruni, far scendere una lacrima a Michelle e portare a spasso per l'Aquila Obama e company, non fanno cambiare l'opinione che il mondo ha di noi. E pur volendo che è cambiate, date tempo al nostro amato presidente, al suo staff e tutta la classe politica italiana per fare un'altra bella magra figura.
Oggi è una domenica di metà luglio e tra due settimane scappo a Bari per le mie ferie.
Oggi è una domenica tra le tante delle circa cinquanta che ci sono nell'anno.
Oggi è una domenica dove i giovani di tutto il mondo raccolgono i pezzi di un fine settimana passato divertendosi in giro per locali.
Oggi è una domenica che tanti passeranno davanti a un televisore o a fare faccende domestiche.
Oggi è una domenica proprio come quella che canta Venditti.
Oggi è una domenica che tutto sommato non possiamo lamentarci.
Oggi è una domenica, già... perchè non è lunedì e neanche sabato.
Oggi e una domenica e come tutte le domeniche si augura che sia buona.
Allora per la fine di questa domenica e per le prossime domeniche, a tutti i passanti di questo Blog, auguro BUONA DOMENICA.
giovedì 9 luglio 2009
Una poesia anche per te
questo è un Post un po' particolare perchè è una poesia. E quando si parla di poesia, è sempre difficile catturare l'attenzione di qualcuno. Ma sono sicuro che qualcuno si sentirà colpito dopo averla letta.
Non Posso darti soluzioni per tutti i problemi della vita,
non ho risposte per i tuoi dubbi o timori,
però posso ascoltarli e dividerli con te.
Non posso cambiare nè il tuo passato nè il tuo futuro,
però quando serve sarò vicino a te.
Non posso evitarti di precipitare, solamente posso offrirti la mia mano
perchè ti sostenga e non cadi.
La tua allegria, il tuo successo e il tuo trionfo non sono i miei,
però gioisco sinceramente quando ti vedo felice.
Non giudico le dicisioni che prendi nella vita,
mi limito ad appoggiarti a stimolarti a aiutarti se me lo chiedi.
Non posso tracciare i limiti dentro i quali devi muoverti,
però posso offrirti lo spazio necessario per crescere.
Non posso evitare la tua sofferenza, quando qualche pena ti tocca il cuore
però posso piangere con te e raccogliere i pezzi per rimetterlo a nuovo.
Non posso dirti né cosa sei né cosa devi essere,
solamente posso volerti come sei, ed essere tuo amico.
In questo giorno pensavo a qualcuno che mi fosse amico,
in quel momento sei apparsa tu...
Non sei né sopra né sotto né in mezzo,
non sei né in testa né alla fine della lista.
Non sei né il numero 1 né il numero finale
e tanto meno ho la pretesa
di essere il 1° il 2° o il 3° della tua lista.
Basta che mi vuoi come amico.
NON SONO GRAN COSA,
PERÒ SONO TUTTO QUELLO CHE POSSO ESSERE.
Vorrei tanto averla scritta io, ma meriti, onori e glorie per questa poesia vanno a Jorges Luis Borges.
Un saluto
lunedì 29 giugno 2009
Il Tempo
su di esso vedo chiaramente quanto tempo è passato.
Un grande Maestro l'ha costruito con arte,
anche se il suo girare non corrisponde sempre allo stolto desiderio.
Qualche giorno avrei voluto che fosse andato più velocemente;
talvolta avrei voluto che rallentasse la sua rapida corsa.
Nei momenti di dolore e di gioia, nella tempesta e nella tranquillità,
in tutti gli avvenimenti della vita ha segnato il tempo.
Lo ha segnato alla tomba del padre, alla bara dell'amico,
lo ha segnato allo sbocciare dell'amore, lo ha
segnato all'altare del matrimonio.
Lo ha segnato alla culla del bambino, lo
segnerà, se Dio vuole, ancora a lungo
quando verranno giorni migliori come spera l'anima mia.
E se talvolta ha rallentato la corsa e minacciava di fermarsi,
il Maestro lo ha sempre generosamente ricaricato.
Se un giorno dovesse fermarsi, sarebbe davvero perduto;
nessun'altro, se non Colui che l'ha costruito,
potrebbe farlo andare ancora.
Allora dovrei andare dal Maestro, che abita molto lontano,
fuori, aldilà della Terra, nell' eternità!
Allora glielo renderei con una invocazione
semplice e riconoscente:
Vedi, Signore, non ho rovinato nulla, si è fermato da solo.
M.S.
martedì 23 giugno 2009
Sihanuk e i suoi ministri
- …ero un capo di stato un po’ singolare e non proprio socialista. Mi piacevano le automobili da corsa, mi abbandonavo alla gioia di vivere, dirigevo un’orchestra jazz… I re e i presidenti, di solito, non dirigono le orchestre jazz. Suonavo il sassofono e il clarinetto, componevo canzoni e andavo in provincia a cantarle col mio popolo… Peggio: le facevo cantare ai rappresentanti del corpo diplomatico ma in fondo che c’era di male? A noi cambogiani la musica piace e perché un capo di stato deve ricevere gli ambasciatori in austero, organizzando balli noiosi e cacce al fagiano? Del resto non li facevo mica cantare e basta. Li facevo anche lavorare. Si, si. Loro e i miei ministri. Si, si. Li caricavo sui camion e li portavo in campagna ad aiutare i contadini. A cogliere il riso, a costruire granai o piccole dighe, a vangare. Oh, era una bellezza vederli con la zappa in mano. Io ci godevo un mondo. Perché, in Asia, appena un fesso ha un diploma o sa reggere la penna in mano, si crede un intellettuale e giudica indecoroso piegarsi al lavoro fisico. Sa, la cosiddetta élite. La quale, naturalmente, mi definiva pazzo, megalomane, infetto definiva la mia singolarità scandalosa e non sospettava nemmeno che fosse un metodo intelligente per avvicinarsi alle masse, capirle. …-
Caro Re, venga qualche anno a governare l’Italia almeno anche i nostri ministri, viceministri, sottosegretari, parlamentari, senatori e onorevoli vari, avranno la loro bella zappa in mano. Perché anche in Italia appena un fesso ha il titolo di studio più alto o riesce a tenere una penna in mano, crede di essere più intelligente e furbo di chi non ha il suo titolo di studio o non riesce a tenere una penna in mano. Sono sempre lì in quel gradino che si trova a centinaia di chilometri sopra di noi. Eterni peccatori di quel senso di superiorità che credono di possedere, sempre più ciccioni di portafoglio, creatori di “diritti” che per la loro “carica” (alle volte a vita) e le loro “responsabilità” pensano siano giusti, inconsapevoli (ma lo sanno benissimo) del fatto che sono nostri dipendenti in quanto stipendiati da noi, messi lì da noi.
Io, amici del Blog, non voglio fare una polemica sulla nostra classe politica, ma voglio farvi riflettere (sicuramente l’avete già fatto in passato) su come certi privilegi, anche giusti se usati con i criteri stabiliti, senza tanto spreco e senza mancare di rispetto ai cittadini, ci indispettiscono. Tanto da creare uno stacco sociale tra noi e loro. Come l’utilizzo della macchina blu per ogni spostamento, l’aereo di stato, quando hanno garantito il cinema, il teatro, i treni e chissà quante altre cose gratis, hanno una manciata di uomini al proprio fianco che vanno dal segretario al portaborse, ecc… ecc… ecc…
Classe politica italiana non andate troppo in alto, scendete che il cielo si guarda meglio da quaggiù, le persone vi vorranno più bene e imparerete a capirci meglio. Non preoccupatevi che se ogni tanto scendete ai nostri livelli non vi mettiamo la zappa in mano perché, grazie a Dio, quelli erano altri tempi e la Cambogia è tanto lontana da qui.
Il Re Sihanuk, qui in Italia, avrebbe avuto vita breve.
Piccola biografia:
Norodom Sihanuk è un Capo di Stato molto particolare, conosciuto per le sue stravaganze e per essere un uomo prestato alla politica. Appassionato di jazz, teatro, cinema e letteratura. Diviene Re della Cambogia nel 1941, abdica a favore del padre nel 1955 nominandosi Primo Ministro e successivamente Capo di Stato a vita. Dal 1970 al 1992 è costretto all’esilio per due volte, rima nel 1970 (rientra nel 1975) per un colpo di Stato e poi nel 1979 dopo l’invasione vietnamita della Cambogia. Un anno dopo il suo rientro è incoronato nuovamente Re fino all’abdicazione il 7 ottobre 2004. Da allora lo riconoscono come “Re Padre" fino a tutt'ora.
domenica 14 giugno 2009
Penso che...
Penso che se l'Italia è fatta così e se chi ci governa è fatto così, è anche un po' colpa nostra.
Penso che se noi siamo fatti così, è anche un po' colpa dell'Italia e di chi ci governa.
Penso che se dell'Italia non c'è rimasto più nulla, è solo perchè non ricordiamo più la nostra storia.
Penso che se l'Ikea si espande, è perchè abbiamo ancora voglia di costruire qualcosa.
Penso che se i reality show continuano ad andare in onda, è perchè questo è quello che vogliamo vedere... e non va bene.
Penso che se Gigi D'Alessio continua a fare dischi, è perchè qualcuno, aimè, li compra.
Penso che se qualcuno li compra, è perchè di musica non abbiamo capito nulla.
Penso che se la vita è bella, vale proprio la pena nascere, vivere e morire.
Penso che se alla fine dei nostri giorni diciamo: “meno male che è finita”, vuol dire che ne è valsa davvero la pena esistere.
Penso che se trentatre trentini entrarono a trento tutti e trentatre trotterellando, o si erano fumati qualcosa di veramente pesante o erano dei burloni in vena di scherzi.
Penso che se apelle figlio di Apollo fece una palle di pelle di pollo, non aveva proprio un cazzo da fare.
Penso che se i pesci salirono apposta a galla per vedere la palla, magari sognavano di vedere qualcosa di bello.
Penso che ogni pesce che è salito a galla, ne è rimasto parecchio deluso.
Penso che se Robert Langton chiede a un carabiniere “che direzione è quella?” e il carabiniere risponde “è ovest”, allora o noi non conosciamo bene i carabinieri o ci hanno sempre preso per il culo per tutto questo tempo.
Penso che se esce un film che si chiama “notte prima degli esami” e, subito dopo, “questa notte è ancora nostra”, se adesso esce “come fanno le segretarie a farsi sposare dagli avvocati” non dobbiamo meravigliarci.
Penso che se in una cassa di birra ci sono ventiquattro bottiglie e il giorno è fatto da ventiquattro ore, non è un caso... ce né da divertirsi.
Penso che se Bacco, tabacco e Venere rendono l'uomo in cenere, cazzi di chi beve, fuma e va a donne da facili costumi.
Penso, anche, che con Bacco e Venere l'uomo sta in paradiso.
Penso che se Bocca di Rosa rimaneva nel paesino di Sant'Ilario, oggi Sant'Ilario era un paesino migliore.
Penso che se i sogni aiutano a vivere meglio o vivere aiuta a sognare, Marzullo deve cambiare spacciatore.
Penso che gli amici aiutano a sognare e a vivere meglio.
Penso che la famiglia è al primo posto.
Penso che...
Penso che arrivata una certa ora è meglio lasciare i fumi dai sapori particolari, spegnere tutto quello che fa rumore, alzarsi dal divano, raggiungere la stanza, sdraiarsi sul letto e cercare di entrare tra le grazie di Morfeo.
Penso che.... è quello che farò....
BUONANOTTE.
sabato 13 giugno 2009
La parabola del ranocchio
I ranocchi cominciarono a desistere, tranne uno che continuava a cercare di raggiungere la cima. La gente continuava: "Che imbranati, che pena! Non ce la faranno mai!..."
I ranocchi si stavano dando per vinti tranne uno testardo che continuava ad insistere. Alla fine, tutti desistettero tranne quel ranocchio che, solo e con grande sforzo, raggiunse alla fine la cima.
Gli altri volevano sapere come avesse fatto, così un ranocchio si avvicinò e glielo chiese. Si scoprì che il nostro amico... era sordo!
Non ascoltare le persone con la pessima abitudine di essere negative... DERUBANO LE MIGLIORI SPERANZE DEL TUO CUORE!
Ricorda sempre il potere che hanno le parole che ascolti o leggi. Per cui, preoccupati di essere sempre POSITIVO qualunque cosa dicano gli altri!
lunedì 8 giugno 2009
Ho sentito cose a Bari che voi umani "ancora" dovete sentire
Tu devi dire sempre la verità
La moglie del mio amico ha partorito - mia moglie sta per partorire
Il mio cane è stato investito da una macchina
Io ho una gelatiera, eccome se la uso (o anche: la uso tantissimo).
Questa è difficile perché la traduzione de: “il sentimento” è particolare. “Il sentimento” non sono i sentimenti nel senso di affetto, amore, ecc… ma bensì “il lume della ragione”. Quindi la traduzione è: “il mio cervello non è più fresco e pimpante come una volta”
Io non sono un tipo che non mi curo delle cose.
Sto parlando al telefono
Ma voglio concludere con la perla di saggezza di m’bà Frangh (compare Franco), sveglio custode del porto di Bari Santo Spirito: “Bari, città modesta e Americana”. Concetto profondo e di poche parole che significa: “a Bari tutti dicono che non hanno i soldi ma sono sempre ben vestiti, viaggiano e spendono un sacco”.
giovedì 4 giugno 2009
La storia dell'Amore
La prima a nascondersi fu la pigrizia che si lasciò cadere dietro la prima pietra che trovò sul percorso.
La fede volò in cielo e l'invidia si nascose all'ombra del trionfo che con le proprie forze era riuscito a salire sull'albero più alto.
La generosità quasi non riusciva a nascondersi. Ogni posto che trovava le sembrava meraviglioso per qualcuno dei suoi amici. Che dire di un lago cristallino? Ideale per la bellezza. Le fronde di un albero? Perfetto per la timidezza. Le ali di una farfalla? Il migliore per la voluttà. Una folata di vento? Magnifico per la libertà. Così la generosità finì per nascondersi in un raggio di sole.
L'oblio... non mi ricordo... dove?
"Un milione!" - contò la pazzia. E cominciò a cercare.
La prima a comparire fu la pigrizia, solo a tre passi da una pietra.
Poi udì la fede, che stava discutendo con Dio su questioni di teologia, e sentì vibrare la passione e il desiderio dal fondo dei vulcani.
Per caso trovò l'invidia e poté dedurre dove fosse il trionfo.
L'egoismo non riuscì a trovarlo: era fuggito dal suo nascondiglio essendosi accorto che c'era un nido di vespe.
Dopo tanto camminare, la pazzia ebbe sete e nel raggiungere il lago scoprì la bellezza.
Con il dubbio le risultò ancora più facile, giacché lo trovò seduto su uno steccato senza avere ancora deciso da che lato nascondersi.
mercoledì 3 giugno 2009
Amici Miei
Inizio con un pezzo del film “Amici Miei” questo Post interamente dedicato agli amici che la vita mi ha regalato nel tempo. E parlerò di ognuno di loro, di tutte quelle persone che ho conosciuto e con cui ho condiviso momenti indimenticabili. Purtroppo il passare degli anni e il naturale percorso della vita hanno portato a un inevitabile distacco. Alcuni di loro li vedo occasionalmente e altri non li vedo da anni.
- Il mio più vecchio amico si chiama Roberto, abitava sotto casa mia e ora a poco meno di cinquanta metri sulla sinistra. Nati nello stesso condominio e unici due bambini di uno stabile di circa venticinque famiglie, due grandi combina guai con una voglia matta di rompere le scatole a tutti, montatori di sogni e costruttori di speranze, ma soprattutto: geniali. Siamo riusciti a vendere a un ragazzo un pezzo di terreno del giardino condominiale, ci siamo costruiti una casetta a piano rialzato con mattoni e tavoli dell'impresa che faceva i lavori nello stabile, siamo riusciti a creare un percorso di coraggio attraverso il muro perimetrale dello stabile, abbiamo creato un percorso per le gare a tempo con biciclette e un mercatino di robe nostre (e tante, e tante, e tante altre cose). Per non parlare degli scherzi telefonici, dei frutti nei tubi di scappamento delle macchine, gli scherzi alle persone che avevano la sfortuna di attraversare quei pochi metri di strada che ci sono dalla parte del cancello d'ingresso e ...anche qui potrei continuare all'infinito, ma mi fermo. Insomma un amico dalle mille avventure che ora si trova a Napoli all'università.
- Come amico di vecchia data c'è anche Alessio. Io lo chiamo “eterno compagno di banco” perchè con lui ho diviso il banco alle scuole materne, elementari e il primo anno dei superiori. I tre anni delle medie gli abbiamo passati in scuole diverse, ma la sera eravamo sempre insieme a giocare. Non poche sono state le cose che abbiamo combinato a scuola, lui manteneva il gioco a me e io a lui. Quanti disastri e quanti casini abbiamo fatto. In prima superiore abbiamo pagato tutte le cappellate fatte in precedenza con una bella bocciatura. La curiosità: i nostri due nipoti vanno in classe insieme ma, fortunatamente, sono molto più calmi di noi. Adesso, purtroppo, vedo Alessio in modo occasionale in giro per Bari.
- Poi c'è Antonella, tra gli amici di vecchia data lei è quella che più mi ha sopportato. Con lei ho passato momenti bellissimi a Bari, che rimarranno per sempre stampati nella mia mente. Lei ora lavora in un bar a pochi metri da casa e fortunatamente riusciamo a vederci quasi ogni giorno.
- Mimmo, una volta scritto questo nome potrei anche non scrivere più nulla ma devo farlo. Lunatico e inaffidabile, ma un amico. Andando in giro per ristoranti non mi posso mai dimenticare, quando una volta entrammo in un posto dove si mangiava solo carne. Prendiamo una bistecca alla fiorentina a testa e una bottiglia di Primitivo di Manduria a testa, dopo una battaglia serrata di circa un'ora lui ebbe il coraggio di dire queste parole: “avrei ancora un po' di fame...”. Formaggi misti e un mezzo Primitivo della casa. Abbiamo dormito in macchina. Adesso lavora in un ristorante dove io la sera vado a consumare l'ormai classico digestivo.
- Luana, ci conosciamo da tanti anni perchè abitava sotto casa di mia cugina, ma abbiamo incominciato a frequentarci circa dieci anni fa. È una ragazza molto bella, simpatica, sveglia e piena di energie. Lei lavora da tanti anni nel ristorante del suo ragazzo, dove io ogni sera vado a prendermi il classico digestivo (non sono due locali diversi, è lo stesso).
- Ed ecco che è arrivato il momento di presentarvi un amico, quando lo faccio uso sempre una formula simpatica che fa così: “di maghi abattuti in Italia ce ne sono tantissimi, ma vi giuro lui li freca tutti. Reduce dal suo tour internazionale sull'asse Monopoli-Bitonto-Molfetta. Ladies and gentlemen, mesdames et messieurs, stanga chiazz e stanga chiss di tutta Italia... l'amico, il mago... Max Barile”. Questo è il modo giusto per presentare Max che da ormai dieci anni, ci sopporta a vicenda. Con lui ce ne sarebbero tante da raccontare ma non basterebbe un libro, figuriamoci un Post nel mio Blog. Vi posso dire che, ogni qual volta che usciamo insieme, si ride sempre, tra una battuta e un gioco di magia. Lui gestisce un bar con il fratello.
- Joseph, un romano nato in Germania che di tedesco ha preso solo il fatto che beve. Un amico casinista, menefreghista e divertentissimo. Con lui a Gorizia ne ho passate tante, divertendomi in modo sano e originale, ne posso raccontare tante ma, anche qui, non basta un Post. Però le avventure più belle sono state, senza ombra di dubbio, quelle fatte in Svizzera e quando siamo stati a Gardaland. Adesso lui lavora a Roma nella sua città.
- Roberto F., con Joseph facevamo il “trio monnezza: fame, sonno e debolezza”. E quindi presente in ogni uscita, trasferta fuori Gorizia, in ogni mangiata e bevuta.
- Gianfranco, sempre incazzato, sempre nervoso e pazzo tifoso della juventus (alle volte anche in modo irritante). Anche lui, insieme al “trio monnezza”, sempre presente in tutto quello che facevamo. Lui era quello che manteneva i conti, quello che guardava sempre l'orologio, quello che moralizzava appena alzavamo il gomito. Lui è a Gorizia, ma vorrebbe tanto ritornare nella sua Gioia del Colle (Bari).
- Angelo, grande uomo dalle grandi capacità che ama il vino e la buona cucina... non per niente siamo amici? Mha!
- Enrico detto Chicco, per lui cito solo il titolo di un libro di Charles Bukowski: “Compagno di sbronze”. Chicco non si riduce come il personaggio del libro, Chicco sa bere. Non è un gigante ma mangia e beve in modo consistente. Ecco perchè è amico mio. Lui lavora con me a Gorizia
- Gaetano per i nemici, Nino per gli amici. Io lo chiamo per cognome e mi metto a parte civile. Scherzo, ovviamente. Ecco il mio coinquilino che, nonostante la nostra convinta e affermata eterosessualità, con lui divido bagno, divano, lavatrice, posate piatti bicchieri dopo averli accuratamente lavati, con lui mangio la sera e guardo la tv la sera. Ma la sera, quando andiamo a letto, ognuno nelle proprie stanze chiudendoci a chiave. Non si sa mai che l'eterosessualità dovesse venire meno, fino ad ora non è successo niente (e non deve succedere niente... hai capito? :-) ). Ovviamente lui è a Gorizia e fa il mio stesso lavoro.
- Giovanni, palermitano doc con la fissa per la BMW. Famosa è la sua frase che ormai lo segue da tanti anni: “minchia, minchia, BMW”.
- Davide, nominando Davide devo nominare anche Ingrid e da qualche mese anche la piccola Rebecca. Lui tra i più grandi tifosi di calcio che abbia mai visto, con un'unica grande fede per il Palermo. Lei una donna di classe e di grande cultura. Poi c'è Rebecca per concludere il quadro famigliare, una bambina splendida che speriamo prenda tutto dalla mamma.
- Roberto M., di lui non posso parlare in breve, mi ci vorrebbero almeno una ventina di righe, quindi mi limito a definirlo come “l'amico dalle mille esperienze, che quando ho un problema... penso a lui... e mi passa”.
- Arriviamo ad Anna, l'ultima aggiunta a questa mia piccola schiera d'amici. Di lei posso dire che ha avuto la sfortuna di venire a lavorare a Gorizia in una banda di matti. Ma poi, con il passare del tempo, è diventata una vera e propria amica.
- Cito anche Barbara in questo bizzarro Post, che ringrazio per i momenti che abbiamo passato in terra straniera e che speriamo di passarne tanti altri e di altrettanta intensità.
Arrivo alla conclusione di questo Post convinto che mi sto dimenticando di qualcuno, ma non so di chi. Un attimo che ci penso su… (nel frattempo passano i minuti ascoltando musica jazz) …ah! ecco…
Scherzo, non potevo dimenticarmi dell’Amica Mia.
L’Amica Mia è una persona che ho voluto tenermi per ultima, proprio come quando alla fine di uno spettacolo gli attori ringraziano il pubblico e l'attore principale esce alla fine (preciso che non ho dato un ordine di importanza ma cronologico agli amici, fatta eccezione di quest'ultima).
Non potevo metterla insieme agli altri perchè per me è stata davvero una persona speciale.
L'Amica Eleonora, che dopo questa introduzione potrei chiudere, ma dico qualcosina in più con la speranza che non mi censuri. Di lei posso dire che è stata una vera amica, una di quelle persone che è sempre stata presente anche se lontana, quando c'era un qualcosa in me che non andava lei era lì, sempre presente. Di avventure ne abbiamo fatte tante e anche con lei potrei dilungarmi per migliaia di righe, ma non racconterò nemmeno un aneddoto perchè voglio che ogni singola giornata passata con l’Amica Mia, da soli o in compagnia, rimanga un momento unico e nostro. E poi devo dirlo, lei è l'unica persona, dopo mia madre, che sopporta davvero tutto di me... o quasi... hihihihihi.....
Ecco gli Amici Miei, quelli che nel corso degli anni mi sono rimasti sempre amici. Potevo citarne altri, ma nessun altro ha lasciato il segno come lo hanno fatto loro.
Questo Post è tutto dedicato a voi, amici.
Buona fortuna e un “in bocca al lupo” per tutto.
lunedì 1 giugno 2009
Una serata, a Bari
Prima di iniziare questo cammino eno-gastronomico, immaginando una serata a Bari, vi consiglio di andare sul lungomare che va dalla muraglia verso San Giorgio, prima delle otto di sera. Vedrete un bellissimo spettacolo di luci che illuminano la strada e i palazzoni bellissimi e antichi, sul mare schizzi d'acqua altissimi e, ovviamente, il tutto contornato da un mare e un cielo che a Bari hanno ancora qualcosa da dire. Ed ora, finito di vedere questo spettacolo, potete iniziare con l'aperitivo...
Da qualsiasi posto di Bari vi trovate, raggiungete piazza Ferrarese e, camminando, dovete arrivare alla strettoia che trovate sulla sinistra. Quella è piazza Mercantile. Ci sono un sacco di bar sulla sinistra, appena passati dalla strettoia. Uno di quei bar si chiama “BAR CITTÀ VECCHIA”, un bar bello e accogliente con personale gentile e preparato. È li che dovete andare se volete fare un ottimo aperitivo, dallo spritz al vino bianco è tutto molto buono e poi, oltre alle classiche patatine e olive, si può gustare l'ottimo piatto di stuzzichini caldi composto da: pezzettino di parmigiana, penzerottino, pezzettino di pizza di patate, rotolino di carne ripieno e qualche piccolo rustico con ripieni vari per gradire.
Usciti dal bar vi trovate di fronte un palazzo, guardate sulla sinistra e troverete una colonna con ai piedi un leone. Quella colonna divide due strade, una cortissima e una un po' più larga; prendete quella che si trova a sinistra della colonna che si chiama: via Manfredi. In quella strada ci sono un sacco di ristoranti ma voi dovete entrare nella “TAVERNA DELL'ANTICO MOLO”. Un bellissimo posto fatto in pietra che da l'idea di entrare in una di quelle cantine di una volta, che poi è tipico dei locali di Bari Vecchia. Ma la taverna dell'antico molo ha un qualcosa di diverso dagli altri, saranno le luci soffuse o sarà che si mangia bene, ma ha davvero un qualcosa di particolare. Il bello del posto e che si servono piatti della cucina locale e piatti preparati con gusto e fantasia, dall'antipasto al dolce: ottima la grigliata mista di pesce che è sempre fresco e sempre buono e gli sporcamuso, tipico dolce barese. Ma è anche una creperia, norcineria e cockteil's bar.
Una ricca passeggiata bisogna farla e vi consiglio, appena usciti dal ristorante, di andare a sinistra verso la strada chiusa, dopo pochi passi c'è una piccola scala che porta sulla muraglia, da lì a destra scendendo verso piazza Ferrarese. Proprio da dove siete partiti. Camminate fino la semaforo e andate a destra per corso Vittorio Emanuele, camminate ancora un po' e vi troverete tante aiuole con degli alberi sulla destra, dietro questi alberi ci sono un sacco di bar. Se avete ancora spazio per un bicchiere fermatevi “all'ALTERNO” un american wine bar frequentato da bella gente con una buona scelta di bevande dai più elaborati cocktail al classico amaro digestivo.
Bene! Avete aperitivizzato, mangiato e vi siete pure fatti il digestivo, adesso o continuate con qualche altro locale o andate a casa (“che è meglio” direbbero le mamme).
Se decidete di rientrare a casa fatelo con cautela e ricordatevi che guida chi non ha bevuto, o meglio chi ha bevuto meno. Se invece volete continuare con qualche altro locale adesso ve ne elenco qualcuno carino dove intrattenersi.
Rimane in piazza Ferrarese chi vuole andare al “MATISSE” che con gli anni rimane un bel bar dall'ambiente tutto particolare e un arredamento fatto con gusto.
Se ne va in piazza Mercantile chi invece vuole andare “TAKE FIVE”, un wine bar eccezionale con dell'ottima musica, dell'ottimo vino e delle comode sedie all'aperto. L'ideale per rilassarsi.
Deve andare ai piedi dello Sheraton Nicolaus Hotel chi vuole andare al “BOGUS” o al “CAFFÈ ITALIANO”, il primo è un pub dove ci si può fermare anche per un amaro o cocktail, oltre che per mangiare qualcosa non impegnativa. L'altro è un bar dove si può passare un fine serata tranquillo e rilassante. C'è anche il “VINAGRE”, un posto dove oltre l'american bar è possibile degustare un buon bicchiere di vino grazie a una vasta selezione di vini. Anche se i barman tendono sempre a rifilarti l'eccezionale vino pugliese.
Concludo dicendovi che gli altri locali non sono più brutti o peggiori di quelli che ho scritto su questo Post, ma semplicemente o non li conosco o non mi sono trovato bene.
La prossima volta che torno a Bari farò un'altro giro per ristoranti e locali, ovviamente diversi, e vi dirò come è andata facendovi fare un'altro tour eno-gastronomico.
A presto.
sabato 30 maggio 2009
Ricordi
Ho voluto pubblicare questa foto per fare vedere a tutti, soprattutto a chi non credeva, che in passato avevo un qualcosa che il tempo mi ha portato via.
Insomma......
IO QUANDO ERO PICCOLO AVEVO I CAPELLI... CHE AVEVO I CAPELLI....
Erano tanti, forti e belli....
....sigh!!! :-(
"Ho incominciato a capire che stavo diventando calvo quando la mattina, in bagno, ci mettevo sempre più tempo per lavarmi la faccia"
mercoledì 13 maggio 2009
...oggi ho fatto le analisi
Correvano le ore 05:00 quando la mia sveglia incomincia delicatamente a suonare, un suono che parte lentamente e pian piano rimbomba per la stanza, un suono che secondo me è fatto apposta per svegliarsi e iniziare la giornata. Poi con le stesse modalità, sempre la stessa sveglia, riparte per altre cinque volte fino a che non arrivano le ore 05:45. Metto il primo piede a terra e, subito dopo, anche l'altro prendendomi alcuni minuti per capire che mi sono svegliato. Barba, doccia e preparazione in lenta successione, fino ad uscire di casa per le ore 06:30. Quindi già in ritardo, perchè alle sei e mezza dovevo stare lì, esco di casa e vado.
Cammino e cammino con la mia quasi macchina e arrivo a una manciata di metri da dove mi devono tirato il sangue. In quel momento mi ricordo che la provetta con la mia urina all'interno è rimasta nel bagno di casa. Torno in dietro, prendo la provetta e finalmente, con notevole ritardo, mi presento alla corte del dottore che, con una sorprendente e inspiegabile agilità (conoscendo il personaggio) mi tira il sangue.
Un solo problema: ma perchè quando mi hanno tirato il sangue l'hanno fatto con il decanter anziché con la classica boccettina? ...mha!!!
Comunque vi terrò aggiornati sui risultati delle analisi che se tutto va bene escono fra un mese. Questa è stata l'avventura di stamattina che mi piaceva raccontare nel Blog.
venerdì 8 maggio 2009
San Nicola di Bari
Ecco un po' di storia del nostro Santo, quello che i baresi amano tanto: San Nicola.
San Nicola nacque probabilmente a Pàtara di Licia, tra il 260 ed il 280, da Epifanio e Giovanna che erano cristiani e benestanti. Cresciuto in un ambiente di fede cristiana, perse prematuramente i genitori a causa della peste. Divenne così erede di un ricco patrimonio che impiegò per aiutare i bisognosi. Si narra che Nicola, venuto a conoscenza di un ricco uomo decaduto che voleva avviare le sue tre figlie alla prostituzione perché non poteva farle maritare decorosamente, abbia preso una buona quantità di denaro, lo abbia avvolto in un panno e, di notte, l'abbia gettato nella casa dell'uomo in tre notti consecutive, in modo che le tre figlie avessero la dote per il matrimonio.
Un'altra leggenda non fa riferimento alle figlie del ricco decaduto, ma narra che Nicola, già vescovo resuscitò tre bambini che un macellaio malvagio aveva ucciso e messo sotto sale per venderne la carne. Anche per questo episodio San Nicola è venerato come protettore dei bambini.
In seguito lasciò la sua città natale e si trasferì a Myra dove venne ordinato sacerdote. Alla morte del vescovo metropolita di Myra, venne acclamato dal popolo come nuovo vescovo. Imprigionato ed esiliato nel 305 durante le persecuzioni anti-cristiane emanate da Diocleziano, fu poi liberato da Costantino nel 313 e riprese l'attività apostolica. Non è certo se sia stato uno dei 318 partecipanti al Concilio di Nicea del 325, durante il quale avrebbe condannato duramente l'eresia dell'aresianesimo, difendendo la fede cattolica, ma la leggenda ci tramanda che in un momento d'impeto prese a schiaffi Ario. Gli scritti di Sant'Andrea di Creta e di San Giovanni Damesciano ci confermano la sua fede ben radicata nei principi dell'ortodossia cattolica.
Nicola si occupò anche del bene dei suoi concittadini di Myra: ottenne dei rifornimenti durante una grave carestia e ottenne la riduzione delle imposte dall'Imperatore.
Morì a Myra il 6 dicembre, presumibilmente dell'anno 343, forse nel monastero di Sion. Come si tramanda da secoli è descritto compiere miracoli in vita e in morte; tale tradizione si consolidò ulteriormente nel tempo, anche per il gran numero di eventi prodigiosi a lui imputati e che si diffusero ampiamente in Oriente, a Roma e nell'Italia meridionale. Le sue spoglie furono conservate con grande devozione di popolo, nella cattedrale di Myra fino al 1087. Grande è la venerazione a lui tributata dai cristiani ortodossi.
Quando Myra cadde in mano musulmana, Bari (al tempo dominio bizantino) e Venezia, che erano dirette rivali nei traffici marittimi con l'Oriente, entrarono in competizione per il trafugamento in Occidente delle reliquie del santo. Una spedizione barese di 62 marinai, tra i quali i sacerdoti Lupo e Grimoldo, partita con tre navi di proprietà degli armatori Dottula, raggiunse Myra e si impadronì delle spoglie di Nicola che giunsero a Bari il 9 maggio 1087.
Secondo la leggenda, le reliquie furono depositate là dove i buoi che trainavano il carico dalla barca si fermarono. Si trattava in realtà della chiesa dei benedettini (oggi chiesa di San Michele Arcangelo) sotto la custodia dell'abate Elia, che in seguito sarebbe diventato vescovo di Bari. L'abate promosse l'edificazione di una nuova chiesa dedicata al santo, che fu consacrata due anni dopo da Papa Urbano II in occasione della definitiva collocazione delle reliquie sotto l'altare della cripta. Da allora San Nicola divenne patrono di Bari e le date del 6 dicembre (giorno della morte del santo) e 9 maggio (giorno dell'arrivo delle reliquie) furono dichiarate festive per la città.
Il suo emblema è il bastone pastorale (sibolo del vescovato) e tre sacchetti di monete (o anche tre palle d'oro) queste in relazione alla leggenda della dote concessa alle tre fanciulle. Tradizionalmente viene quindi rappresentato vestito da vescovo con mitra e pastorale. L'attuale rappresentazione in abito rosso bordato di bianco origina dal poema “A Visit from St. Nicholas” del 1821 di Clement C. Moore, che lo descrisse come un signore allegro e paffutello, contribuendo alla diffusione della figura mitica, folkloristica, di Babbo Natale.
Nella Chiesa ortodossa San Nicola è spesso la terza icona insieme a Cristo e a Maria col bambino nell'incontrarsi delle chiese.
San Nicola è uno dei Santi più popolari del cristianesimo protagonista di molte leggende riguardanti miracoli a favore di poveri e defraudati.
Il culto si diffuse dapprima in Asia Minore (nel VI secolo ben 25 chiese a Costantinopoli erano a lui dedicate), con pellegrinaggi alla sua tomba, posta fuori dell’abitato di Myra. Numerosi scritti in greco ed in latino ne fecero progressivamente diffondere la venerazione verso il mondo bizantino-slavo e in Occidente, a partire da Roma e dal Meridione d'Italia, allora soggetto a Bisanzio. Secondo la tradizione, Nicola aiutò tre ragazze che non potevano sposarsi per mancanza di dote, gettando sacchetti di denaro dalla finestra nella loro stanza, per tre notti. Per questo è venerato dalle ragazze e dalle donne nubili.
Il Santo oggi è patrono di marinai, pescatori, farmacisti, profumieri, bottai, bambini, ragazze da marito, scolari, avvocati nonché delle vittime di errori giudiziari. È patrono inoltre dei mercanti e commercianti e per questo la sua effigie figura nello stemma della Camera di Commercio di Bari.
A Bari il culto è molto sentito, e l'8 maggio si festeggia il Santo con una prolungata festa che ripercorre l'evento della traslazione delle sue ossa nella città, trascinando una caravella sul lungomare.
Il culto di san Nicola fu portato a New York dai coloni olandesi (è infatti il protettore della città di Amsterdam), sotto il nome di 'Sinterklaas'.
A Molfetta e Terlizzi (Bari) c'è una tradizione che ricorre ogni anno il 6 dicembre: si dice che durante la notte, San Nicola porti doni e dolciumi a tutti i bambini, che quindi ricevono il tutto la mattina del 6 dicembre. Nella stessa data viene festeggiato a Salemi (Trapani). A Ganzirri (Messina) il Santo viene festeggiato la seconda domenica d'Agosto. La festa è caratterizzata da una spettacolare processione notturna di barche.
Dal XVII viene considerato benefattore dei bambini: da allora esiste in molti paesi europei l'uso di mettere la sera del 5 dicembre gli stivali fuori dalla porta di casa in modo che il santo possa riempirli di noci, mandarini e biscotti. A Trieste i bambini scrivono una letterina a S. Nicola o S. Nicolò che lasciano sul tavolo della cucina e la mattina dopo trovano la tavola con mandarini, biscotti, mandorlato e, ovviamente, anche i doni; però per i bambini bricconcelli si mette anche un pezzettino di carbone, che adesso è fatto di zucchero. Questa tradizione è sentita anche in Italia a Belluno, Trieste, Bari, Monfalcone, Gualdo Tadino e in tutta l'Alto Adige. In alcuni paesi dell'Europa orientale, la tradizione vuole che porti una verga ai bambini non meritevoli, con cui i genitori possono poi punirli. A Lattarico (CS) la festa di San Nicola viene celebrata il 6 dicembre con la processione per le vie del paese.
A Trieste si cantava la canzoncina:
San Nicolò de Bari
la festa dei scolari
se i scolari no fa festa
ghe taieremo la testa.
Ecco San Nicola di Bari. Mi sembrava giusto dedicare un Post al Santo protettore della città di Bari, ma altrettanto giusto mi sembra chiudere con una canzone di Gianni Ciardo che parla del Santo.
...Sanda Nicol iè d'argint
(San Nicola è d'argento)
và p' mar e ammen ù vind
(va per mare e porta il vento)
e ca iè Sanda Nicola
(ed è San Nicola)
Sanda Nicola iè tutt d'òr
(San Nicola è tutto d'oro)
allegr pellegrin Sanda Nicola avà v'nì
(allegri pellegrini San Nicola deve venire)
allegr màrnar Sanda Nicola và p' màr.
(allegri marinai San Nicola va per mare)