Ora come ora il Blog è un’idea davvero poco originale per esprimere se stessi o gridare qualcosa a qualcuno, ma sembra sia il più efficace. Ed è per questo che è nato “L’Angolo di Fabio”, per dire quello che penso e condividerlo con gli altri. Riflessioni, pensieri e punti di vista…

martedì 22 settembre 2009

Rispetto e Orgoglio

"...al tenente Antonio Fortunato, originario di Lagonegro (Potenza); del primo caporal maggiore Matteo Mureddu, di Oristano; del primo caporal maggiore Davide Ricchiuto, nativo di Glarus (Svizzera); del primo caporal maggiore Massimiliano Randino..., di Pagani (Salerno); del sergente maggiore Roberto Valente, di Napoli, e del primo caporal maggiore Gian Domenico Pistonami, di Orvieto"

Quando ho aperto il mio Blog, una della prime cose che ho scritto è stata la frase nella seconda colonnina di destra, presa da uno dei libri della Fallaci che a sua volta l'ha presa da una delle lettere di Ugo Foscolo: “questo so bene: ne per ripulse, ne per favori, ne per lodi, ne per biasimi io mi muoverò mai dal mio proponimento”. E ho voluto questa frase sul mio Blog perchè credo davvero nella libertà di parola. Credo che ognuno di noi debba sempre dire la sua, anche se quello che dice tante volte è scomodo per qualcuno. Ma la linea che separa la LEALTA' del libero pensiero dall'OFFESA e la MANCANZA DI RISPETTO, è sottilissima. Ma diventa sempre più sottile se quello che si dice INDIGNA e OFFENDE l'intera nazione e tutte le persone che ne fanno parte.
In questi giorni si parla tantissimo di un Blog che intitola i suoi post in modo indecoroso come: “è uscito il sei sulla ruota di Kabul” (e tanti altri che non ho la forza di scrivere). Non dirò il nome del Blog per tre motivi: uno, l'ho odiato dopo le prime letture; due, non è degno di entrare nel mio Blog; tre, non voglio che abbia ulteriori ingressi.
Quando uno è contrario a qualcosa deve dirlo in modi rispettosi e non VILLANI come alcuni blogger, offendendo i familiari, i parenti e gli amici dei caduti di Kabul. Non chiedo di tacere, ma di essere RISPETTOSI.
Generalmente chi parla con questi toni non conosce i motivi di quella missione e se li conosce utilizza la via più breve per avere consensi, il ritiro delle truppe solo quando succedono queste cose. Ma la cosa peggiore e che questa gente non conosce nulla di quei ragazzi che sono li, non conosce cosa vuol dire trovarsi in quelle condizioni e non conosce le motivazioni che portano un soldato a trovarsi in quei posti. Tanti direbbero “i soldi”. E forse è anche vero. Ma non mi venissero a dire che in nessuno di loro c'era un'italico orgoglio o un piccolissimo senso di appartenenza alla bandiera, che non ci credo. Sono sicuro che erano orgogliosi di essere italiani proprio come noi siamo orgogliosi di loro.
Ma ringrazio Dio che a zittire questi STUPIDI del libero pensiero sono stati le migliaia di persone che in tutta Italia, con in mano la nostra bandiera, hanno reso omaggio alle sei bare ricoperte dal tricolore.
Ora solo una cosa dobbiamo fare NON DOBBIAMO BUTARE VIA QUELLA BANDIERA. Continuiamo a sventolarla e sentiamoci sempre più orgogliosi del Paese dei Santi, Poeti e Navigatori. E a tutti quelli che nel corso della storia ci hanno chiamato traditori, spaghetti e mandolino e pizza pizza marescià, sbattiamoli in faccia la nostra bandiera raccontandogli cos'è l'Italia.
Senza essere schiavi di nessuno, senza farsi mettere i piedi in testa, avendo dignità.

domenica 13 settembre 2009

Oriana Fallaci

"Vi sono momenti, nella Vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre".

Oggi voglio raccontare la storia di Oriana Fallaci: scrittrice e giornalista, nata il 29 giugno del 1929 e morta il 15 settembre 2006 a Firenze. Ho pensato di raccontare qualcosa su di lei in questi giorni, proprio quando l'America ricorda le sue duemila e passa vittime del World Trade Center di New York.
La penna che ha fatto incazzare il mondo intero con quelle verità uscite a ridosso dell'undici settembre e che mai nessuno aveva mai osato raccontare, colpendo, con un fendente preciso, nel cuore di tutti i colpevoli, i grandi predicatori del male e i paesi ciechi e incapaci di agire.

La tenacia e la forza mentale di Oriana Fallaci spiccò già quando, nel periodo della Resistenza, svolgeva compiti di vedetta e poi, quando Firenze fu occupata dai nazisti, di staffetta (era incaricata di trasportare munizioni da una parte all'altra del fiume Arno quando era in secca). Per quest'ultimo, a soli quattordici anni, ricevette un riconoscimento d'onore dall'Esercito Italiano.
Dopo il liceo classico la Fallaci si iscrisse alla facoltà di medicina che lasciò subito dopo per dedicarsi al giornalismo su consiglio di zio Bruno Fallaci, grande giornalista e direttore di settimanali. Incomincia con il “Mattino dell'Italia centrale”, per poi passare a “Epoca” e finire, nel 1957, col scrivere di mondanità, modernità e cronaca nera per “l'Europeo”, portandola per la prima volta a New York dove scrive il suo primo libro: “i sette peccati di Hollywood”.
Da quel momento in poi un susseguirsi di grandissimi successi editoriali e articoli per la stampa sempre molto seguiti per le sue pungenti interviste e le sue corrispondenze dal Vietnam.
Nomi illustri spiccano tra le sue interviste come: Golda Meir, Henrry Kissinger, Indira Ghandi, Yasser Arafat, Giulio Andreotti, Pietro Nenni,Giorgio Amendola e tanti altri ancora.
Tra i suoi successi editoriali c'è “se il sole muore” che racconta della prima impresa dell'uomo sulla luna, “niente e così sia” dove scrive tutte le atrocità e le menzogne, ma anche l'eroismo e l'umanità che vede nella guerra del Vietnam e “lettera a un bambino mai nato”, libro diverso da tutti gli altri perchè non giornalistico. Quest'ultimo vendette quattro milioni di copie. È la volta di “Insciallah” che scrive tra le truppe italiane a Beirut nella missione ONU in Libano del 1983.
Dopo “Insciallah” la scrittrice si chiude nella suo villino a New York dove inizia a lavorare su un libro che dovrà interrompere 11 settembre 2001 per incominciare a scrivere quei libri che diventeranno un successo planetario: “la rabbia e l'orgoglio”, “la forza della ragione” e “Oriana Fallaci intervista Oriana Fallaci”. In quel periodo scopre di avere un cancro ai polmoni che lei chiamerà “L'Alieno”.
Decise di ritornare a Firenze quando sentì che l'Alieno stava per portarla via. La morte della Fallaci arriva nel 2006 all'età di 77 anni, ora è sepolta nel Cimitero Evangelico degli Allori di Firenze.
Che dire di questa scrittrice più di quanto non sia già stato detto, di lei abbiamo apprezzato il suo modo di scrivere e la sua inarrestabile voglia di dire sempre e solo la verità. Anche se mai nessuno ha dato giustizia a questo suo modo di raccontare le cose perchè abbiamo avuto paura di dire: “hai ragione”.
Signora Fallaci lei sarà la prima persona, dopo il giro dei miei parenti, che vorrò incontrare lassù.

venerdì 4 settembre 2009

L'amicizia

Ci sono dei momenti dove mi soffermo e penso su quello che potrei scrivere nel mio Blog. Ed è da un po' di tempo che il termine “amicizia” fa avanti e indietro nella mia testa vuota. Così oggi mi sono armato di computer portatile e chiavetta per accedere in internet e via con la ricerca.
Digito “amicizia” su Google e mi escono 7.220.000 pagine con siti che trattano l'argomento. Vedo che ci sono blog e pagine internet che spendono tantissime parole sull'amicizia.
Poi digito “amicizia” su Youtube e vedo oltre 22.000 video di cantanti, attori, fotografi e gente comune che parlano dell'amicizia a modo loro.
Infine provo a digitare “amicizia” su Wikipedia e trovo una definizione tecnica sul termine che riporto:
“con amicizia si indica un sentimento di affetto vivo e reciproco fra due o più persone dello stesso o differente sesso, ma anche tra esseri umani e esseri appartenente al mondo degli animali. Insieme all'amore, è uno degli stati emozionali fondanti della vita sociale. In quasi tutte le culture, l'amicizia viene intesa e percepita come un rapporto alla pari, basato sul rispetto, la stima e la disponibilità reciproca, che non pone vincoli specifici sulla libertà di comportamento sulle persone coinvolte”.
Ognuno di noi ha un pensiero tutto suo sull'amicizia; c'è chi ne parla bene e chi ne parla male, c'è chi con sentimento e trasporto e c'è chi invece ne parla con freddezza e distacco. In tutti i casi se ne dicono e se ne scrivono tante su questo argomento che ha mosso le menti di grandi pensatori, poeti e scrittori.
Adesso ci proverò io, facendomi trasportare dal cuore che è l'unico vero motore che spinge una persona a raccontare qualcosa sull'amicizia.
Non potete immaginare quanti giorni ho pensato a cosa scrivere e a come poter mettere giù due righe, cercando di trovare le parole adatte. Ma non c'è stato nulla da fare, trovare le parole per me e stato davvero difficile, forse dovrei prendere il cuore e metterlo su un tavolo. Solo lui, potrà farvi capire questo sentimento.
A un certo punto il lampo di genio ed ecco la mia definizione di amicizia, tenetevi forte.
- Un'amicizia nasce quando la tua anima accarezza un'altra anima e quando due sguardi si incrociano e uno dice all'altro: “ciao, diventiamo amici?”... e l'altro: “che mò non lo dobbiamo diventare!”... “ma diventiamo amici, amici, amici... un'amicizia grande, grande, grande?”... “una di quelle che se solo tu sapessi quanta te ne vorrò, piangeresti dalla gioia”... “grazie Amico!”.
:-D "ahahahahah"
Ciao Amici miei