Circa un anno e mezzo fa feci un incubo. Fatti e sensazioni mi portarono a credere che, nel tempo, l''incubo sarebbe divenuto realtà.
La MENTE mi diceva di aspettare, razionalizzare ed unire ogni piccolo dato: tutto sarebbe andato come era giusto che andasse.
Il CUORE piangeva, soffriva e si interrogava sul perchè.
Ho visto nascere, crescere e morire una pugnalata.
La mente mi sosteneva, incoraggiava e sussurrava al cuore che ci voleva pazienza, calma, coerenza e giustizia. La mente è un passeggero a volte scomodo nel nostro breve viaggio chiamato vita. La mente è quella che a volte fa troppo rumore e infastidisce i sogni. MA la mente è un dono preziosissimo che, se tenuto allenato, ci consente di raggingere le cime che le nostre gambe non conoscono. Non usarla o impiegarla per cose inutili, è inevitabilmente un oltraggio alla generosità di lassù.
Ho visto nascere, crescere e morire una pugnalata.
Avrei avuto il potere di fermare ogni cosa, se solo ci avessi messo il cuore. Il cuore mi diceva di lanciare segnali e per un po' l'ho fatto. Il cuore mi diceva di lottare ed impedire che la pugnalata si compisse.Come avevo già fatto. E quando ci ho messo il cuore, ho sempre ottenuto quello per cui ho lottato.
Non l'ho fatto. Ho scelto di non farlo. Alcuni dicono che al cuore non si comanda, è vero. Non si può comandargli come battere e quanto. MA lo si può, LO SI DEVE, tutelare.
Anche il cuore è un dono che viene da lontano, è in "prestito" e non bisogna avere la presunzione di credere che ne siamo i proprietari. Qualcuno un giorno ce ne renderà conto (cosìccome di tutte le nostre azioni egoistiche). Ed io non voglio trovarmi con un cuore sbrandellato e incenerito dato qua e là o sbandierato a destra e a sinistra...non voglio trovarmi imbarazzata davanti a chi me l'ha donato.
Bisogna dunque avere cura del "proprio" cuore e darlo a chi ne conosce il vero valore e ne rimpiange il battito.
Ogniuno ha quel che si merita...la luce e la trasparenza, la penombra e i sotterfugi, l'amore e la passione, i passatempi e le scommesse. Alla fine, quello che viviamo è quello che siamo. Tu cosa vivi, dunque, cosa sei?
Post di: WONDER ELE
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