Da un po' di tempo sto leggendo un libro che si chiama “il piccolo libro dell'amicizia” di Guido Davico Bonino (pillole BUR 2009 – 5,90 €).
Questo libro parla dell'amicizia attraverso la poesia, la narrativa, il teatro, l'autobiografia, la letteratura e il saggio rubando dall'Iliade alla Divina Commedia e da Sant'Agostino ai scrittori di oggi.
Voglio riportare una pagina del libro che mi ha particolarmente colpito.
Certamente, se fosse necessario testimoniare su un difetto d'un amico, del quale si è a conoscenza, si corregga segretamente; se non dà retta, si corregga pubblicamente. Le correzioni fanno bene, ed anzi sono generalmente più utili d'un'amicizia che non sa dire nulla. Anche se l'amico si ritiene offeso, tu ammoniscilo ugualmente; anche se l'amarezza del rimprovero ferisce il suo animo, tu correggilo ugualmente senza timore. Sono più sopportabili, infatti, le ferite degli amici che i baci degli adulatori. Correggi dunque l'amico che sbaglia, non abbandonare l'amico inncente. L'amicizia deve essere costante, perseverante nell'affetto: non dobbiamo, come i fanciulli, mutare gli amici seguendo la volubilità dei sentimenti.
Apri il tuo cuore all'amico affinchè ti sia fedele e tu possa ricevere da lui gioia per la tua vita. Un amico fedele è un balsamo per la vita e un dono d'immortalità. Rispetta l'amico come un tuo pari e non vergognarti di prevenirlo nell'essere servizievole: l'amicizia ignora la superbia. Il sapiente dice: non vergognarti di salutare l'amico. Non abbandonare l'amico nelle necessità, non trascurarlo, non lasciarlo senza aiuto, perchè l'amicizia è un aiuto per la vita. Portiamo insieme i nostri pesi, come ci ha insegnato l'Apostolo rivolgendosi a coloro che la carità ha unito quali membri dello stesso corpo. Se la buona fortuna dell'amico giova agli amici, perchè anche nelle sue avversità gli amici non dovrebbero porgergli aiuto? Aiutiamolo con il consiglio, dedichiamogli le nostre premure, prendiamo viva parte alle sue pene con il nostro affetto.
Se è necessario, sopportiamo per l'amico anche i sacrifici. Assai spesso si devono incontrare inimicizie per difendere l'innocenza d'un amico, spesso sopportare denigrazioni, se ti opponi o rispondi quando un amico è biasimato o accusato. Non affligerti d'essere offeso così; il giusto dice: Anche se mi capitassero dei mali per l'amico, li sopporterei. L'amico è messo alla prova nelle avversità, perchè nella prosperità tutti sembrano amici. Ma, come nelle disgrazie dell'amico sono necessarie la pazienza e la sopportazione, così nella prosperità si richiede un'adeguata autorevolezza per reprimere e rimproverare l'arroganza dell'amico che monta in superbia.
(S.AMBROGIO, Opere mortali, I. I doveri, intr., tr. e nt. di G. banterle, Città Nuova, Roma 1977).
Alla prossima lettura di questo libro (...se ci sarà).
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