Ora come ora il Blog è un’idea davvero poco originale per esprimere se stessi o gridare qualcosa a qualcuno, ma sembra sia il più efficace. Ed è per questo che è nato “L’Angolo di Fabio”, per dire quello che penso e condividerlo con gli altri. Riflessioni, pensieri e punti di vista…

giovedì 14 gennaio 2010

Andrea e il Cabernet Franc

Sono le sei di sera ed entro in macchina. Ci sono due gradi e mezzo fuori e il freddo mi entra nelle ossa. Metto in moto e decido di camminare, ma al primo distributore mi devo fermare a fare gasolio. Cammino inutilmente per la strada, giro e rigiro alla ricerca di un posto dove potermi rilassare e bere del buon vino. Vengo attratto da un locale poco illuminato che dall'esterno vedo vuoto, non importa io alla fine voglio solo rilassarmi un po' e bere del vino. Mi accomodo su un confortevole divano in finta pelle e ordino un bicchiere di Cabernet Franc. “Si può fumare?” chiedo alla cameriera, “certo signore” mi risponde. Prendo dalla tasca un ottimo Toscano e lo accendo con un fiammifero, ci vogliono un paio di boccate prima che si accenda completamente.
Ed eccomi lì, buttato su un divano con il sigaro in bocca a pensare un po' a me e alla mia vita con di fronte un bicchiere di Cabernet Franc. Guardo il bicchiere con un senso di sfida, lo guardo come si guardano due duellanti prima di estrarre le armi. Lo acchiappo con una mano e con alcuni movimenti lo faccio girare un po', sento velocemente l'odore e poi lo faccio scendere... tutto d'un sorso. “Un'altro Cabernet Franc!” chiedo alla signorina che gentilmente me ne porta un'altro. Qualche altra boccata al mio sigaro che in bocca ha completamente cambiato sapore. Si avvicina una donna e mi chiede “hai da accendere?” - “certo!” - “come ti chiami?”, le chiedo - “Claudia!”. Mi sono sempre piaciute le claudie, non so perchè. Questa Claudia non aveva nulla a che invidiare a tutte le altre claudie che conosco. Mora, alta e formosa, al punto giusto, senza esagerazioni. Ha un paio di jeans stretti, un maglione giro collo e i capelli lisci e raccolti in su, con una piccola coda che scende dietro il collo. “E tu?”, mi chiede - “Andrea!” - “che ci fai da queste parti, Andrea” - “bevo e mi rilasso un po'” - “hai scelto il posto giusto per farlo”. In effetti il locale è molto bello all'interno. Una porta ad arco come ingresso, appena dentro c'è un bancone di due colori: la base in legno nera e la parte di sopra, sempre in legno, rossa con una forma astratta. Dietro al bancone un'infinità di vini provenienti da tutte le regioni d'Italia, sia bianchi che rossi, sia fermi che frizzanti. Di fianco c'è un'altra sala con comode poltrone e eleganti tavolini, sistemati per ogni angolo creando piccoli salottini. E poi la musica, un jazz in sottofondo che accarezza le trombe di eustacchio.
“Claudia, ti va di sederti affianco a me? Così... per scambiare due chiacchiere?”, le chiedo. Ed ecco il gesto che non mi sarei mai aspettato: Claudia si siede affianco a me.
Chiacchieriamo tutta la sera e il bicchiere di Cabernet Franc si trasforma in bottiglia.
Parliamo di tutto: amori, amici, disavventure, viaggi, lavoro... e... di tutto e di più. Passano le ore, erano le sette di sera quando l'ho conosciuta e ormai siamo a ridosso della mezzanotte.
Non so cosa mi prende, ma mi piace. Lei sorride con naturalezza, non sdegna la battutina, si prendere un po' in giro e prende simpaticamente in giro me. Credo che mi sto innamorando. Eppure è passato così poco tempo, ma questa Claudia è fantastica.
È tardi, ormai l'una di notte, ed è arrivato il momento di salutarci, ma non mi va di farlo. Un momento di silenzio.
Ed ecco, mi avvicino e la bacio.
Che splendida serata questa.

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