Ora come ora il Blog è un’idea davvero poco originale per esprimere se stessi o gridare qualcosa a qualcuno, ma sembra sia il più efficace. Ed è per questo che è nato “L’Angolo di Fabio”, per dire quello che penso e condividerlo con gli altri. Riflessioni, pensieri e punti di vista…

sabato 21 febbraio 2009

...per Bari

Se c’è una città che mi è rimasta nel cuore quella è Bari. Sicuramente perché ci sono nato e quindi nel cuore deve esserci per forza e poi perché lì sono cresciuto e ho imparato a vivere conoscendo e confrontandomi con le persone che nel corso del tempo mi sono rimaste amiche. L’amore per questa città si è rinforzato circa una decina d’anni fa quando, da buon terrone, vado “al nord” per lavorare. Dopo qualche mese al mio ritorno fui trascinato da amici nella città vecchia, da poco ristrutturata, in un ristorantino che si trova sulla punta della muraglia con terrazzino che da proprio sul mare illuminato dalle luci della città. E guardando da quel terrazzino capii che il mio cuore non avrebbe mai smesso di battere per bari: città di poeti, santi, navigatori e franchi tiratori.
Basta fare una passeggiata tra le sue vie e per il lungomare che si scopre tutta la sua bellazza che pare, grazie a degli scavi fatti nella chiesa di San Pietro (nella città vecchia), risalga all’età del bronzo. Anche se la sua storia è conoscita solo da quando, nel III secolo a.c., entra a far parte del dominio romano come “Municipium”, Barium si sviluppo solo dopo la costruzione della via Traiana. Poi fu la volta dei Bizantini (dove gli si attribuisce la costruzione della “città vecchia”), dei berberi, saraceni, angioini, aragonesi, spagnoli, finì sotto gli Sforza con le duchesse Isabella d’Aragona e Bona Sforza e dei veneziani. Insomma l’antichità si respira in ogni passo nella città vecchia.
Entrando a Bari, dalla parte del mare, la prima cosa che si nota è la Fiera del Levante che ogni anno nel periodo di settembre si può visitare e apprezzare il suo meraviglioso padiglione delle nazioni. Da lì verso il porto che tanto è stato difeso dalle truppe alleate nella seconda guerra mondiale per la sua posizione strategica e si è reso protagonista, insieme a Pearl Harbor, di uno dei più tragici bombardamenti navali di quel periodo e che ora invece è un importante punto di scambi commerciali. Poi si va verso le vie della città nuova costruita nel lontano 25 aprile 1813 da Gioacchino Murat che nel suo caratteristico tracciato ortogonale si può ammirare, in via Sparano, via più in di Bari, Palazzo Mincuzzi ora sede della Sisley. Anche la bellissima “corso Cavour” fa parte dello scacchiere murattiano ed è famosa perché è il corso che ospita il teatro Petruzzelli, uno dei più belli teatri in Italia poi incendiato nel 1991. Ma è nella città vecchia che si respirano tutti gli odori del passato, l’odore del mare, l’odore del ragù preparato la mattina presto rigorosamente a fuoco lento. Se si è fortunati si riesce a vedere quelle poche signore sedute su uno sgabellino furi all’uscio di casa che con una velocità incredibile e mentre ti parlano preparano le orecchiette o cavatelli.
Ed ora a distanza di una decina d’anni quando vado a Bari ritorno sulla muraglia e guardo il mare che si illumina con le luci della città.

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