Manca davvero poco alla fine di questa esperienza lavorativa all’estero che mi ha visto protagonista di numerose avventure e curiosi incontri. L’unico piccolo inconveniente è stato quello di dovermi dedicare prima a un lavoro, poi dovermi avvicendare con un altro per poi dedicarmi completamente a quell’altro. Vi spiego meglio: io in Italia lavoro con uno staff formato da amici più che colleghi; ma per questo lavoro all’estero ho dovuto operare con un altro staff dove io conoscevo solo il capo di nome. Poi ritorno con gli amici con cui lavoravo in Italia per alcuni motivi che non sto qui a scrivere. Meglio di così non posso spiegare. Poi chi ha capito perché mi conosce, bene; chi non mi ha capito, se lo andasse a prendere in faccia al naso (tanto per utilizzare un termine barese).
Ma partiamo con l’arrivo in questo nuovo ufficio formato da gente a me completamente estranea fatta eccezione, come dicevo prima, del capo che in Italia ogni tanto passava davanti al mio ufficio per andare verso altri uffici. Parto proprio da lui.
Il mio Capo, il Signor Roberto (e solo per questa rara occasione mi permetto di chiamarlo per nome), che con me si è sempre comportato in un modo splendido mettendomi sempre nella condizione di lavorare bene. Poi, lunghi viaggi in macchina fatti tra strade piene di dossi e buchi, abbiamo avuto modo di conoscerci meglio. E devo dire di aver scoperto una persona davvero bella che come me è amante della cucina e come me viene dalla provincia di Bari (anche se è nato a Torino).
Poi c’è Barbara che si è dimostrata fin da subito una buona amica e che in poche righe non riuscirei a scrivere quello che in quattro mesi ha saputo darmi e che non dimenticherò mai. Con la sua rara unicità ha saputo catturare la mia amicizia, cosa che raramente concedo (o meglio solo a persone speciali), e ha impreziosito proprio quel sentimento (l’amicizia) cui io credo molto. Anche se alle volte avrebbe voluto uccidermi. …e mi pare che devo finirla qui altrimenti esce un Post nel Post.
Sempre nello staff ci sono altre tre persone, anche questi mi concederanno di chiamarli per nome, Sax, Marco e Michelangelo. Nutro rispetto per loro, anche se non ho legato come ho legato con il Capo e Barbara.
E poi non devo dimenticarmi assolutamente di Nasser, l’interprete dell’ufficio. Una gran bella persona con una simpatia tutta particolare.
Passano quattro mesi e un susseguirsi di eventi, che hanno visto il rientro in Italia di due persone amiche, mi portano nello staff dove, in Italia, ho sempre lavorato. Non nascondo il mio dispiacere di lasciare il gruppo dove ho passato quattro mesi meravigliosi, ma, per forza di cose, ho dovuto trasferirmi all’ufficio di sempre. E qui finalmente trovo gli amici che da dieci anni conosco e con cui ho un bellissimo rapporto. Il Capo Riccardo e l’amico Chicco, due persone straordinarie unite da un unico comune denominatore: il non prenderci, sempre e costantemente, sul serio; un gruppo alla “Amici Miei”. Peccato che mancano Roberto (rientrato per problemi famigliari) e Anna (rientrata per trasferimento), causa del mio ritorno in questo staff.
L’unico vero e grande rimpianto è quello di aver passato troppo poco tempo con l’Amico Gianfranco ma, come lui ben sa, facevamo due lavori diversi e quindi erano rare le volte che potevamo vederci. Ma quando ci vedevamo, anche per pochi attimi, era bello. Scusa Amico mio.
Questa esperienza all’estero, fatta eccezione dei cambi di ufficio in corsa, è stata molto utile e interessante: ho avuto modo di girare tantissimo, di visitare paesi sperduti all’occhio del mondo e apprendere usanze e costumi.
Ho avuto modo di conoscere meglio certa gente che in Italia, nonostante lavorassero nel mio stesso ambiente, non conoscevo. Tra quelle persone ho scoperto Nicola D’Ambrosio: un bravissimo ragazzo dalla grandissima sensibilità, una persona davvero speciale.
Ho avuto modo di intensificare alcuni rapporti che pensavo rimanessero stabilmente nella fascia della “conoscenza inutile”. Ho avuto modo di avere alcune certezze che mi portavo dall’Italia; dove, tutti quelli che credevo merde o gente di poco valore, persone vili e false, persone immeritevoli di saluto e dalla bassa moralità, rimangono tali.
Però sembra doveroso fare alcuni nomi che, in un certo senso, hanno contribuito alla mia serenità e che meritano un posticino in questo mio Post: Signor Fronteddu, Signor Flebus, Signor Madeddu, Signor Pugliese (Sasà), Signor Milani, Mr. Mohammed Salifu (ghanese), Carmine Bottazzo, l’amico Roberto Marino, Calogero, Oscar e a chi ho sorriso, ho salutato e ho condiviso qualche partita a biliardo, un pasto o un inutile scambio di battute.
Manca davvero poco alla fine di questa avventura all’estero e tirando due somme posso dire che, a parte quelle persone di poco valore, la vita lavorativa e quella passata con gli amici è molto gradevole. Passa tutto molto velocemente, il lavoro non manca ma non mi uccide, mi dedico con passione ad alcuni svaghi stando a stretto contatto con i miei amici e scrivo sul mio computer.“E quando giunse in cima al monte, ecco spalancarsi davanti a lui un altro mare…”…e tra poco sulla cima del monte ci arriveremo.
Ma partiamo con l’arrivo in questo nuovo ufficio formato da gente a me completamente estranea fatta eccezione, come dicevo prima, del capo che in Italia ogni tanto passava davanti al mio ufficio per andare verso altri uffici. Parto proprio da lui.
Il mio Capo, il Signor Roberto (e solo per questa rara occasione mi permetto di chiamarlo per nome), che con me si è sempre comportato in un modo splendido mettendomi sempre nella condizione di lavorare bene. Poi, lunghi viaggi in macchina fatti tra strade piene di dossi e buchi, abbiamo avuto modo di conoscerci meglio. E devo dire di aver scoperto una persona davvero bella che come me è amante della cucina e come me viene dalla provincia di Bari (anche se è nato a Torino).
Poi c’è Barbara che si è dimostrata fin da subito una buona amica e che in poche righe non riuscirei a scrivere quello che in quattro mesi ha saputo darmi e che non dimenticherò mai. Con la sua rara unicità ha saputo catturare la mia amicizia, cosa che raramente concedo (o meglio solo a persone speciali), e ha impreziosito proprio quel sentimento (l’amicizia) cui io credo molto. Anche se alle volte avrebbe voluto uccidermi. …e mi pare che devo finirla qui altrimenti esce un Post nel Post.
Sempre nello staff ci sono altre tre persone, anche questi mi concederanno di chiamarli per nome, Sax, Marco e Michelangelo. Nutro rispetto per loro, anche se non ho legato come ho legato con il Capo e Barbara.
E poi non devo dimenticarmi assolutamente di Nasser, l’interprete dell’ufficio. Una gran bella persona con una simpatia tutta particolare.
Passano quattro mesi e un susseguirsi di eventi, che hanno visto il rientro in Italia di due persone amiche, mi portano nello staff dove, in Italia, ho sempre lavorato. Non nascondo il mio dispiacere di lasciare il gruppo dove ho passato quattro mesi meravigliosi, ma, per forza di cose, ho dovuto trasferirmi all’ufficio di sempre. E qui finalmente trovo gli amici che da dieci anni conosco e con cui ho un bellissimo rapporto. Il Capo Riccardo e l’amico Chicco, due persone straordinarie unite da un unico comune denominatore: il non prenderci, sempre e costantemente, sul serio; un gruppo alla “Amici Miei”. Peccato che mancano Roberto (rientrato per problemi famigliari) e Anna (rientrata per trasferimento), causa del mio ritorno in questo staff.
L’unico vero e grande rimpianto è quello di aver passato troppo poco tempo con l’Amico Gianfranco ma, come lui ben sa, facevamo due lavori diversi e quindi erano rare le volte che potevamo vederci. Ma quando ci vedevamo, anche per pochi attimi, era bello. Scusa Amico mio.
Questa esperienza all’estero, fatta eccezione dei cambi di ufficio in corsa, è stata molto utile e interessante: ho avuto modo di girare tantissimo, di visitare paesi sperduti all’occhio del mondo e apprendere usanze e costumi.
Ho avuto modo di conoscere meglio certa gente che in Italia, nonostante lavorassero nel mio stesso ambiente, non conoscevo. Tra quelle persone ho scoperto Nicola D’Ambrosio: un bravissimo ragazzo dalla grandissima sensibilità, una persona davvero speciale.
Ho avuto modo di intensificare alcuni rapporti che pensavo rimanessero stabilmente nella fascia della “conoscenza inutile”. Ho avuto modo di avere alcune certezze che mi portavo dall’Italia; dove, tutti quelli che credevo merde o gente di poco valore, persone vili e false, persone immeritevoli di saluto e dalla bassa moralità, rimangono tali.
Però sembra doveroso fare alcuni nomi che, in un certo senso, hanno contribuito alla mia serenità e che meritano un posticino in questo mio Post: Signor Fronteddu, Signor Flebus, Signor Madeddu, Signor Pugliese (Sasà), Signor Milani, Mr. Mohammed Salifu (ghanese), Carmine Bottazzo, l’amico Roberto Marino, Calogero, Oscar e a chi ho sorriso, ho salutato e ho condiviso qualche partita a biliardo, un pasto o un inutile scambio di battute.
Manca davvero poco alla fine di questa avventura all’estero e tirando due somme posso dire che, a parte quelle persone di poco valore, la vita lavorativa e quella passata con gli amici è molto gradevole. Passa tutto molto velocemente, il lavoro non manca ma non mi uccide, mi dedico con passione ad alcuni svaghi stando a stretto contatto con i miei amici e scrivo sul mio computer.“E quando giunse in cima al monte, ecco spalancarsi davanti a lui un altro mare…”…e tra poco sulla cima del monte ci arriveremo.
1 commento:
E' vero caro Fabio... ma chi non ha condiviso le nostre avventure non potrà mai sapere cosa si prova a fare questa professione.
Stringiamo i denti e diamo l'ultimo colpo di reni perchè, come in tutto, la parte difficile arriva adesso.
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